Quella Genova più forte della violenza degli anarchici

(...) Qualcuno, magari, mi accuserà di sdolcinatezza e cuore di panna, ma posso dirlo? A me, vedere tutti quei bimbi - a partire dai miei tre - felici a giocare e correre e saltare e fare le code e cimentarsi in ogni genere di sport e provare mezzi e strutture delle Forze dell’Ordine - è piaciuto moltissimo. Ovviamente, da papà, il discorso è più difficile: con la mia pancetta e lo zaino sulle spalle a correre dietro a tre che si perdevano in ogni stand in mezzo a fiumi di folle, è stata un’impresa improba. E il morale mi si è risollevato solo quando ho visto il numero due della Fondazione Pierluigi Vinai, che della manifestazione è un po’ il papà e la mamma, e il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Francesco Belsito, arrancare vestitissimi sotto il sole di San Lorenzo. Non essendo nessuno dei due un figurino, mi sono sentito meglio. Poi, ho visto Enrico Musso con la sua bicicletta elettrica e l’ho invidiato moltissimo. Per linea e bici.
Eppure, guerra di pance a parte, credo che il progetto Giovani sia solo l’ennesima dimostrazione della normalità del bene. Della bellezza di chi fa qualcosa per gli altri: sono più belli anche fisicamente, non solo dentro. E, soprattutto, sono impagabili i sorrisi che ho visto un po’ ovunque: nei volti della squadra dell’Unione sportiva Pontedecimo con le loro biciclette e nello stand della Lotto dove si tiravano i rigori, fra i velisti di Pegli e dello Yacht Club e tirando con l’arco o provando a colpire le palle da baseball. O, ancora, giocando con i gonfiabili della Polizia, cercando di indovinare l’itinerario dei garibaldini e facendosi spiegare sotto la tenda dei Carabinieri le tecniche per lavorare sulla scena del crimine.
Potrei continuare per pagine, ma c’è un’iniziativa dove mi sono soffermato di più. Ero fra i ragazzi che si cimentavano nell’arrampicata e nel percorso di guerra dell’Esercito a piazza Matteotti e li ho visti felici, solari, entusiasti del colloquio con gli alpini e con i parà che spiegavano loro come affrontare le prove.
Per la cronaca, si tratta degli stessi ragazzi-soldati presi di mira dagli anarchici che li hanno insultati e offesi, invitandoli (eufemismo) ad abbandonare Genova, dopo che nella notte lo stesso stand era stato danneggiato e parte degli striscioni tagliati. Per la cronaca, si tratta degli stessi ragazzi-soldati che hanno ricevuto la solidarietà di centinaia di genovesi perbene e il ringraziamento di tantissimi bambini. Per la cronaca, si tratta degli stessi ragazzi-soldati per cui le istituzioni genovesi non hanno speso una parola di solidarietà (e, per la cronaca, nemmeno l’opposizione, una parte della quale era forse troppo impegnata ad indignarsi per i tagliandini del Giornale).


Per la cronaca, noi stiamo con i soldati. Con la Genova per bene e bella che è uscita dai quattro giorni al Porto Antico, qualcosa che sono felice e orgoglioso di raccontare. Ci sono giorni in cui fare questo mestiere è più bello. Oggi è uno di quei giorni.

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