Giuliano Ferrara ha unito la denuncia di un fatto grave come l’aborto, divenuto un mezzo di controllo delle nascite, a una iniziativa leggera e spumeggiante come la «dieta liquida» dell’Elefantino. È talmente convinto che il suo corpo faccia parte dello spettacolo da descrivere le sue reazioni al digiuno in tono semiserio. Ha ottenuto così anche l’effetto di dare una spruzzata di ironia ai digiuni pseudo-tragici di Marco Pannella. Ma non voleva toccare la legge sull’aborto: questa è, di fatto, intoccabile.
Il governo Berlusconi, che pure aveva accettato le tesi cattoliche sulla fecondazione assistita, si era ben guardato dal modificare una legge che è sentita come legittima dal paese. E, non a caso, la Conferenza episcopale italiana non ha mai pensato di chiederne il cambiamento, così come, a suo tempo, Paolo VI aveva accettato che a firmarla fosse un presidente del Consiglio cattolico.
La Chiesa italiana sa che, sul tema della vita, essa è minoranza nel paese, mentre è in maggioranza come riferimento spirituale e culturale. Nelle giovani generazioni le tesi cattoliche sono ancor più minoritarie e i preti sanno che il sesso è di fatto uscito dal confessionale. Quante cose dicono che l’Italia acquista costumi neopagani ed anche peggio! Basta pensare allo strazio della prostituzione e della violenza che si lega ad essa, occupando i viali cittadini senza che il governo sia in grado di prendere i provvedimenti che pure vorrebbe assumere per la tutela delle prostitute e per la liberazione delle città da questo spettacolo doloroso e infamante.
Il cardinale Ratzinger dichiarò più volte che in Europa i cattolici sono considerati una minoranza attiva in decremento. Ed è certo per questo che oggi egli riafferma i temi fondamentali del cattolicesimo: l’anima immortale, l’inferno, il purgatorio, il paradiso, la resurrezione della carne, il giudizio finale - dimenticati da decenni. E torna a parlare anche del diavolo, visto che chiede alle diocesi di incaricare sacerdoti come stabili esorcisti. Insomma, il Papa prepara un cattolicesimo di minoranza nella stessa Italia.
Sembra perciò maldestro il tentativo di associare Forza Italia alla Binetti in una proposta di revisione della legge sull’aborto. Se lo facesse, la Binetti sarebbe cacciata dal Partito democratico proprio quando il cardinal Bertone ha sostenuto che ella deve rimanerci - e rimanerci ottimamente. L’equilibrio interno tra cattolici e laici in Forza Italia sarebbe turbato da una iniziativa in questo senso, come è apparso da dichiarazioni del vice coordinatore nazionale, Fabrizio Cicchitto. Non credo poi che il Popolo della Libertà sia meno favorevole alla legge sull’aborto rispetto a quello di Forza Italia.
Non è possibile fare delle tesi cattoliche il punto di riferimento di un partito di cattolici, soprattutto non lo si può fare per una legge così significativa come quella sull’aborto. I cattolici devono sapere di essere minoranza e possono agire come lobby piuttosto che come partito. I giorni della Dc sono finiti, e quei giorni portarono al divorzio e all’aborto.
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