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Quell'Aquila Nera che salva i cavalli destinati al macello

L'Australia, lo sciamano Lakota, il primo nitrito Storia di Davide e degli animali a cui regala vita

Chiara Giannini

C'è un posto in Toscana, a Santa Luce, piccolo comune del Pisano, dove i cavalli destinati alla macellazione tornano a vivere grazie alla Onlus Aquila nera, fondata da Davide Bassi e dalla moglie Monica Citti. Un luogo mistico, in cui si sta veramente a contatto con la madre terra, in cui ti sembra che il tempo si sia fermato e che tutto ruoti intorno a una dimensione di pace. Dal cancello azzurro si notano subito le bandierine di preghiera tibetane e in mezzo a un campo uno stupa, ovvero un monumento che ricordo la vicinanza con l'istituto buddhista Lama Tzong Khapa, più volte visitato dal Dalai Lama. Davide ha una storia particolare. A 17 anni partì per l'Australia, dove si mise a studiare come perito agrario. Finì in una farm, dove conobbe uno sciamano Lakota, che divenne il suo maestro e che lo seguì, trasferendogli i suoi insegnamenti. Per sette mesi l'uomo, che viveva nell'entroterra con gli aborigeni, in mezzo a un branco di 3.500 cavalli bramby, gli fece fare un percorso iniziatico di formazione spirituale facendolo passare per pratiche come la tenda sudatoria o la danza del sole. Ma soprattutto gli insegnò la monta indiana. «Il mio maestro - racconta Davide - diceva che la monta indiana è per tutti, ma non da tutti». Poco dopo rientrò in Italia dove iniziò a lavorare come fotomodello e indossatore e, infine, come imprenditore. Qualche anno dopo arrivò la bancarotta che lo portò a vivere in un campo dentro a una roulotte. Fu quando una signora gli regalò un cavallo che la sua vita cambiò. Riprese gli insegnamenti del maestro e decise che avrebbe fatto qualcosa per quegli animali.

Oggi ad Aquila nera, nome arrivato durante una pratica, ci sono 31 cavalli, di cui 20 di proprietà e i rimanenti in pensionamento esterno. Sono tutti salvati dalla macellazione. «Quando un cavallo non può correre - racconta Davide - viene abbattuto. Noi li salviamo e li portiamo qui. Abbiamo 22 ettari di terreno piantonati con 4mila pali. Tutti i lavori sono stati fatti con materiali di recupero ed ecologici». Tra gli animali ospiti c'è Baby, una cavalla di 34 anni, vecchissima, con loro da 5 e poi Il signore del tempo, uno stallone salvato da un'emorragia e con un solo testicolo. Avevano detto a Davide e Monica che non poteva procreare, fino al giorno in cui si trovarono, una dopo l'altra, cinque cavalle incinte. Il bellissimo esemplare dal manto bianco scavalcava di notte i recinti per andarle a montare e poi rientrava nel suo spazio. Un miracolo e la dimostrazione di come niente sia impossibile. Oggi ad Aquila nera tutti i cavalli vivono liberi. Da metà maggio, con la stagione calda, possono correre allo stato brado. Sono quasi tutti purosangue presi dagli ippodromi, anche con grossi problemi caratteriali. Ma vengono tutti addestrati e poi sono pronti per la monta indiana senza sella, morso e redini. Aquila nera, infatti, oggi è anche un'associazione sportiva che organizza corsi riconosciuti da Acsi e Coni per la formazione di guide equestri naturali dedicati agli over 16. Inoltre, Davide e Monica hanno creato per primi il collegio di periti esperti nell'ambito dell'equitazione. Negli anni i cavalli salvati sono stati inseriti anche in un progetto dedicato agli studenti delle scuole superiori per la lotta al bullismo.

E Davide sulla sua storia ha scritto un libro: «L'uomo dei cavalli tra i due mondi». Nel tempo la coppia ha insegnato a moltissime persone a tornare a contatto con la natura e la madre terra. Tra i loro allievi figura anche il giovane Lama Gomo Tulko. Per salvare i bellissimi purosangue Davide e Monica hanno messo anche a disposizione la possibilità di adottare un cavallo a distanza. Un modo per autofinanziarsi perché il mantenimento costa moltissimo. Vicino a uno dei recinti è riportata una frase: «Chi conosce gli altri è sapiente. Ma chi conosce se stesso è saggio. Chi vince gli altri è forte, ma chi vince se stesso è potente». E ad Aquila nera di sfide ne hanno vinte tante.

La prima è quella per la vita di tanti bellissimi animali.

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