Quelle case rimaste con i buchi alle finestre

Credo che nella nostra città esistano situazioni di disagio e degrado che vanno oltre ogni immaginazione. Tutto oggi è rivolto a presentare per un futuro non lontano l'immagine di una Milano grande città europea, capace di mostrare le sue nuove strutture, di soddisfare le esigenze dei turisti in visita e di qualificarsi sempre più come centro lavorativo e industriale costituito da un hinterland sempre più moderno.
È evidente però che la crisi del Paese non può non avere riflessi su tutta questa vicenda, e così l'amministrazione è costretta a tagli di spese e bilanci più oculati. Ma non credo proprio siano i tagli gli unici colpevoli delle incredibili situazioni di disagio e degrado. Il caso cui ci riferiamo è in periferia, nel cuore di Quarto Oggiaro e, guarda caso, in palazzi popolari. Ora penso sia inammissibile che oltre cento famiglie debbano vivere con una serie di disagi dovuti ai topi che salgono dalle cantine, agli ascensori quasi sempre non funzionanti, ai giardini pieni di spazzatura, ai cortili completamente bui.
E se in fondo a tutto questo, con la bocca amara, si potrebbe soprassedere, la cosa diventa impossibile quando si registra il fatto incredibile che gli immobili, coperti di lamiere e tubi per i lavori di ristrutturazione, non hanno i vetri alle finestre e le ringhiere ai balconi. La società che gestiva i lavori si è fermata per irregolarità nei contributi, così dicono, e per fallimento.

Ora c'è domandarsi: ma quando si tratta di eseguire lavori assolutamente normali nel settore edilizio la Commissione lavori pubblici come può affidare l'esecuzione di questi ad una ditta che non è in grado di svolgere il suo lavoro in maniera seria?
Non esistono controlli e verifiche? Ci sono forse cittadini di serie A e B? Non tutti possono abitare in palazzi che si affacciano su piazza Duomo o via Manzoni ed è inammissibile che si abbandonino centinaia di persone con i locali in balìa delle intemperie, dei ladri e con balconi privi di protezione.

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