Quelle norme piene di buchi

Siamo stati tra i primi a sostenere (Il Giornale, 31 marzo) che se la Casa delle libertà aveva davvero intenzione di far cadere al più presto il governo Prodi, la nuova legge sull'immigrazione sarebbe stato il terreno ideale su cui dare battaglia. Il varo della Amato-Ferrero, che vista la prevalenza delle idee del ministro rifondarolo sarebbe meglio chiamare la Ferrero-Amato, da parte del Consiglio dei ministri può soltanto confortarci in questa convinzione, e siamo lieti che tutti i partiti del centrodestra, compreso l'Udc, abbiano immediatamente aperto le ostilità. Ma le conferenze stampa non bastano. È il caso di rilanciare la famosa frase di Pier Capponi che chiamava alla resistenza contro Carlo VIII: «Poiché si domandano cose sì disoneste, voi sonerete le vostre trombe e noi soneremo le nostre campane». Ci sono infatti forti possibilità che, nella circostanza, le campane sovrastino le trombe anche presso una parte dell'elettorato che l'anno scorso ha votato a sinistra. Perfino Fassino ha ammesso, un po' a mezza bocca, che in Parlamento la legge «potrà essere migliorata», ma sbaglia. Può e deve semplicemente essere respinta. Può, magari, far comodo a certe categorie, come dimostra l'accoglienza abbastanza favorevole che le ha riservato Montezemolo, ma nella sostanza non è solo «criminogena», come hanno detto Maroni e altri esponenti del centrodestra, ma antiitaliana, antieuropea e a un esame approfondito anche stupida.
Vediamo allora quali sono i messaggi che dobbiamo affidare con urgenza alle «nostre campane». Uno è generale: nel momento in cui l'intera Europa, di destra e di sinistra, tende ad alzare le dighe in faccia a un'onda di marea che con gli anni è destinata a diventare sempre più forte, noi ci premuriamo, sotto il ricatto della sinistra massimalista (supportata, in questo caso, da una parte dei cattolici) di abbassare la nostra, abolendo le poche misure di cui ancora disponevamo per arginare il fenomeno: i Centri di accoglienza temporanea, il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, i controlli preventivi di polizia - peraltro già saltati in via amministrativa - su chi ci prendiamo in casa. In pratica, ci apprestiamo a spalancare le porte all'intero Terzo mondo, con tutto il carico che questo comporterà per i nostri servizi sociali, scolastici ed abitativi, proprio nel momento in cui l'ingresso della Romania e della Bulgaria nella Ue comporterà già un forte e non legalmente contenibile aumento degli immigrati comunitari.
C'è, poi, la trovata di resuscitare la figura dello sponsor e di inventarsi ex novo quella dell'autosponsor. Che cosa significa? Che chiunque, cittadino italiano o extracomunitario con permesso di soggiorno, potrà farsi garante per l'arrivo di un immigrante, impegnandosi a mantenerlo fino a quando non troverà una sistemazione. A parte la difficoltà di far rispettare questi «impegni», ciò significa che in Italia potrà entrare chiunque, magari ospite dei centri sociali, di qualche organizzazione islamista in vena di attentati, della criminalità organizzata bisognosa di manovalanza, o semplicemente di intraprendenti ruffiani in cerca di nuove ragazze da sfruttare. Quanto alla autosponsorizzazione, un istituto che, per quanto andiamo a cercare, non troviamo in alcun altro Paese europeo, significa l'abdicazione finale dello Stato di fronte a chi bussa alle nostre porte: per ottenere il permesso, cioè, basteranno i soldi, che quasi sempre saranno sporchi. Avremo, in poco tempo, decine di migliaia di immigrati fuori dal controllo dei flussi; che, con la politica dei ricongiungimenti familiari, diventeranno nel giro di pochi anni centinaia di migliaia.
Le nostre campane dovranno poi far sapere al popolo italiano che la concessione del voto amministrativo a tutti gli extracomunitari con più di cinque anni di soggiorno costituisce un truffaldino tentativo del centrosinistra di rovesciare - e in maniera definitiva - i rapporti di forza in molti comuni, a cominciare da Milano dove la popolazione straniera supera ormai il dieci per cento e dove l'ipotesi di un partito islamista futuro ago della bilancia a Palazzo Marino non è affatto campata in aria. Non è detto, naturalmente, che tutti i nuovi potenziali elettori voteranno a sinistra, ma dal momento che essi costituiranno, fatalmente, il nuovo proletariato e a giudicare anche dalle esperienze francesi e inglesi, i più saranno orientati in quel senso.


La maggioranza degli italiani è d'accordo con tutto questo? Penso proprio di no, e penso anche che, come i fiorentini cui si appellava Pier Capponi, per evitarlo siano disposti a fare le barricate. Sta all'opposizione approfittarne, giocando al meglio le sue carte.
Livio Caputo
livio.caputo@fastwebnet.it

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