Politica

«Quelle parole del Professore aumentano i rischi per l’Italia»

Gasparri (An), vicepresidente del Copaco: «Un ex presidente della Commissione europea non può offrire alibi e pretesti ai terroristi»

Fabrizio de Feo

da Roma

È il giorno del varo del decreto Pisanu da parte del Senato. Ma anche dell’arresto a Roma del quarto attentatore del 21 luglio. Due buone notizie «macchiate», secondo Maurizio Gasparri, vicepresidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi, dal clamoroso affondo «zapateriano» del candidato premier del centrosinistra.
Onorevole Gasparri, Prodi definisce «truppe occupanti» i nostri soldati. E annuncia: se vinciamo ci ritireremo dall’Irak.
«È una affermazione falsa perché i nostri soldati tutto sono meno che occupanti visto che agiscono nell’ambito del mandato Onu e per consolidare un faticoso processo democratico».
La CdL definisce «incendiarie» le frasi di Prodi.
«Fa bene. Quella di Prodi è una affermazione pericolosa e temeraria che espone ulteriormente al rischio l’Italia. Colpisce che il leader di uno dei due schieramenti offra motivazione, alibi e pretesto ai terroristi, lanciando invettive contro l’Italia».
È una aggravante il fatto che questa affermazione arrivi mentre è in atto un’offensiva terroristica che potrebbe interessare anche l’Italia?
«Diciamo che un discorso come quello di Prodi non andrebbe fatto neppure in tempi meno pericolosi. Farlo adesso è da irresponsabili».
Come spiega questo affondo del Professore?
«Prodi sta giocando alle primarie e pur di tagliare l’erba sotto i piedi a Bertinotti dimentica che in Irak c’è in ballo la possibilità di un popolo di vivere in libertà e democrazia. Pensare di essere governati da questa classe dirigente fa paura ed espone l’Italia a pericoli seri».
Pisanu lancia l’allarme su un possibile attentato in Italia. L’infrastruttura del terrore è pronta a colpire anche sul nostro territorio?
«Pisanu è uomo prudente. È chiaro che un allarme lanciato da un uomo cauto come lui è motivo di forte preoccupazione per tutti. È evidente che l’Italia non si può considerare preservata da questo rischio. È in corso un’azione di vigilanza forte ma il terrorismo suicida è difficile da bloccare perché un kamikaze non ha il problema della via di fuga. Noi, comunque, non dobbiamo cadere nel fatalismo e profondere il massimo impegno».
È stato arrestato a Roma il quarto attentatore del 21 luglio a Londra. È il segno che la collaborazione internazionale funziona?
«È una buona notizia. Ora bisogna capire se era qui in transito o per preparare nuove azioni. È importante, comunque, che sia arrivata una risposta così rapida. In questo senso io sono favorevole alla creazione in Italia di un centro investigativo unico e ho presentato una proposta per assegnare alla procura antimafia poteri sul terrorismo. Questo eviterebbe conflitti di competenza, oltretutto formando magistrati con competenze specifiche sulla materia».
Pisanu propone di creare una Consulta islamica. È d’accordo?
«È ora che l’Islam moderato dia un segno di coraggio perché aree di ambiguità continuano ad esistere.

Il diritto all’integrazione lo si conquista anche così».

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