
Il ricordo che il tifoso si porta a casa è quello del cuore rosso Ferrari sotto al podio, del profumo dei fumogeni, tra decine di migliaia di tifosi per l'invasione di pista e a prescindere da chi ha vinto. Questo resta, più del resoconto di gara con la vittoria di un osannato Verstappen, più dell'amarezza per il quarto posto di Leclerc e il rimpianto della festa che sarebbe potuta essere se sul primo gradino ci fosse stato un pilota in rosso.
Della Formula 1 in Brianza, oltre alla ricaduta economica stimata in quasi 200 milioni, resta l'esperienza emotiva. Perché c'è forma e sostanza, apparenza ed emozione cruda. E una partecipazione che va ben oltre la dimensione sportiva. C'è tanta politica e una parata di forze armate che neanche al IV Novembre: carabinieri e Guardia di Finanza, Aaeronautica e Capitaneria di porto, con tanto di logo per i 160 anni sull'alettone Ferrari.
Ci sono i parà che si lanciano sul rettilineo con il tricolore, c'è la banda dei carabinieri che suona Mameli al passaggio delle Frecce tricolori: "Per noi è un'occasione meravigliosa. Solitamente suoniamo al Quirinale per le visite dei capi di Stato" spiega il direttore Massimo Martinelli. La banda ha 65 componenti, solo 20 di loro hanno biglietto in Ascari per la gara, gli altri si accomoderanno sul prato. Poco oltre, la croisette del paddock: sfilano gli influencer che riconosci solo per l'abbigliamento eccentrico, passano 3 ministri. Matteo Salvini in tenuta sportiva, Andrea Abodi e Paolo Zangrillo. È edizione dei record anche in questo, non solo per i 370mila che verranno certificati nel debriefing istituzionale di oggi. Monza ha i numeri dentro e fuori pista: "Sapevamo che ci sarebbe stata una grande risposta. Sono felicemente stupito nel vedere tantissimi giovani" commenta Pietro Meda, vicepresidente Acm e futuro numero 1 di Corso Venezia, quando il decreto di Mattarella renderà effettivo il passaggio di Geronimo La Russa a presidente di Aci Italia.
"Proseguiremo il lavoro nel solco dell'efficienza, dell'onestà e della concretezza", assicura Meda. E se in pista si sfreccia, lungo il paddock è un viale Ceccarini di struscio e selfie: i giocatori di Monza e Vero Volley, Brianza (Pallacanestro Cantù), Bargnani e Candreva, Capello, Balotelli e Kalulu che scattano e si fanno scattare foto. C'è il Coni con il presidente Malagò e il numero uno lombardo Marco Riva, c'è l'omonima Martina, assessore di Milano, c'è il sindaco di Monza, Pilotto, e almeno due suoi predecessori, Allevi e Mariani, oltre che il governatore lombardo Fontana. La musica è quella dei motori, ma anche quella di Alfa e Lazza, di Clara, dei Meduza e Rose Villain, Stash e Achille Lauro. Ce n'è per tutti i gusti, lo sanno anche gli chef Gordon Ramsey e Alessandro Borghese, con tanto di figlia con maglia di Norris. "Tutto bene, ora non restano che scelte strategiche da fare", analizza il parlamentare brianzolo Fabrizio Sala. "E resta il sogno di avere di nuovo qui le moto". Anche perché l'appeal di Monza dove la Pirelli festeggia i 500 Gp in Formula 1, raggiunti la tappa precedente in Olanda è quello che si respira anche nella mastodontica Fanzone. Se nei paddock club la gara è quasi un di più, per i tifosi zaino in spalla non è diverso, immersi come sono in musica a tutto volume, simulatori e venditori di gadget. Tra i tifosi italiani c'è chi confessa di aver scelto Monza per le ferie: 4 giorni a bordo pista, si va oltre costi a 4 cifre in un amen.
Soprattutto se si torna a casa con la maglia blu che proprio quest'anno celebra la vittoria del primo Mondiale di Lauda con il Cavallino, 50 anni fa. Perché in sostanza serve anche la forma, anche se per una t-shirt 90 euro possono non bastare.