Quelli che non ce la fanno più ostaggi del pusher sotto casa

«Che schifo vivere dodici ore al giorno con l’assedio degli spacciatori» Esplode la rabbia nei quartieri a più alto tasso di delinquenza

da Milano

«Come si vive 12-13 ore al giorno con gli spacciatori sotto casa? Da schifo, ecco come si vive. Offrono la droga a noi e ai nostri figli, scambiandoci per acquirenti. O semplicemente perché provano a vendercela e basta. Si ubriacano, si picchiano, si accoltellano. E lasciano tutti i resti delle loro nottate davanti agli ingressi delle abitazioni.
Dalla mezzanotte alle 9 del mattino successivo siamo ostaggi di questi senegalesi, piccoli pesci di un mercato spietato, quello degli stupefacenti. Da qualche tempo il sindaco Moratti ci sta dando una mano, la polizia ci vuole aiutare. Il prefetto Lombardi ha promesso che verrà aperto anche un commissariato».
A Milano i residenti della zona che si estende tra viale Monza, piazzale Loreto e via Pasteur sono stati dei pionieri della protesta più recente dei quartieri. Anzi: delle pioniere. Perché la fiaccolata di protesta del quartiere deciso a riprendersi la propria vita (poco meno di 400 i partecipanti, ndr) è stata organizzata l’8 marzo da una maggioranza di donne. Che, nei giorni precedenti, hanno invaso la mail del vicensindaco con delega alla Sicurezza Riccardo De Corato con volantini e fotografie degli spacciatori fatte da loro stesse, nascondendosi dietro le finestre, la sera e la notte. Risultato: il Comune illuminerà di più le strade, rimuoverà tutte le fioriere dai marciapiedi perché diventate ormai ricettacoli di sporcizia per gli spacciatori e i loro acquirenti, verranno messe le telecamere e si attende l’apertura di un commissariato.
«Le cose stanno sensibilmente migliorando» assicurano le combattive residenti che apprezzano gli interventi e i presidi della polizia. Tuttavia il momento dei bilanci definitivi - nonostante il questore Vincenzo Indolfi, qualche giorno fa, ha esortato la stampa ad andare «a vedere quello che stiamo facendo in viale Monza» - è ancora lontano.
A Figino e a Quinto Romano - l’area periferica più grande di Milano, con 186mila abitanti (20mila in più di Brescia, per capirci) - le istituzioni, polizia compresa, le stanno ancora aspettando. Proprio una settimana fa sono state 700 le persone scese in piazza contro spacciatori e viados che invadono la zona.

«Se servirà bloccheremo anche la strada. - spiegano al consiglio di zona dove si sentono “impotenti” -. La gente è stanca del degrado, le mamme hanno paura a portare in giro i loro figli. Ma se non fai casino, qui, non ottieni nulla».

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