Quest’Unire dà i numeri con la regola della 9ª corsa

Nei primi giorni dell’anno alcuni proprietari di scuderie di cavalli da corsa, hanno messo in atto una singolare protesta: iscrivere all’ippodromo di Torino nella corsa più importante della giornata molti cavalli di scuderia propria per, successivamente al momento della corsa, ritirarli e in questo modo ottenere il risultato ad effetto, di annullare la corsa. All’origine di questa clamorosa e inedita forma di protesta, vi era la constatazione che ormai le dotazioni delle corse non distinguono più tra corse per trottatori di due e tre anni (corse di allevamento), e corse di anziani. Tutto questo a forte discapito della selezione, fondamentale scopo istituzionale dell’Unire. Quest’ultima, nella spasmodica ricerca di eventi sui quali raccogliere il gioco, ha organizzato una serie di convegni di corse, sugli ippodromi, da effettuarsi nella mattina, cioè prima di mezzogiorno, definiti: matinè o corse differenziate. Un evento inusitato, contro una centenaria storica tradizione che voleva lo svolgimento delle corse al solo pomeriggio.
La feroce concorrenza di altri giochi messi in campo dalla nuova gestione dell’Aams (Azienda Autonoma Monopoli di Stato), per conto del Ministero dell’Economia, ci ha portato per sopravvivere a dovere subire anche questo.
All’inizio, le somme necessarie per queste corse, con cavalli di bassissima categoria, erano relativamente modeste, in ragione del limitato numero di giornate di corse. L’iniziativa, nata sperimentalmente, un poco alla volta è cresciuta ad una vera inflazione delle cosiddette corse differenziate. Contemporaneamente, nelle riunioni di corse normali (pomeridiane o serali), sotto la pressione delle società di corse al posto delle abituali otto corse per giornata è prassi normale farne nove. In coincidenza con la notevole flessione del montepremi generale si è realizzato un fenomeno facilmente prevedibile: un appiattimento dello spettacolo con remunerazioni per singolo soggetto che non distinguono più tra qualitativi e mediocri.
Gli allevatori ed i proprietari hanno insistentemente chiesto all’Unire di ritornare alle otto corse per giornata, al fine di destinare le somme risparmiate sulla nona corsa ai cavalli di migliore qualità. Mi sta sorgendo un dubbio che vorrei condividere con chi avrà la pazienza di leggermi: ma i regolamenti non sono da rispettare da tutti ed in particolare dall’Unire che, oltre a tutto, ne è anche l’artefice? Rilevo dal sito ufficiale dell’Unire.it (provare per credere), l’articolo di Regolamento che riporto: «art. 45 - Premi e programmazione. (Deliberazione Commissario Straordinario n. 44 del 19.12.2005). Per ogni giornata di corse non potranno esserne programmate più di otto. Nel caso di manifestazioni di particolare interesse le Società dovranno chiedere all’Unire la preventiva autorizzazione per l’effettuazione di altre corse».
Dal momento che, da oltre un anno e mezzo con l’avvento del commissario Melzi, ora trasferito nella stanza e nei panni del Segretario generale, la pratica delle nove corse per giornata è diventata la regola.

Cosa devo pensare? In ambienti ministeriali circolava ai miei tempi, la battuta seguente: le regole in alcuni casi si interpretano in altri si applicano. Quale caso è il nostro?
PS: dimenticavo di dire che i proprietari di cui sopra sono stati deferiti alla disciplinare. Sono le regole!

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