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«Questa bambina mi porterà al titolo»

Felipe Massa rilancia la sfida: «Non ho figli, ma è come se fosse arrivato. Ora bisogna farlo crescere alla svelta. Il numero uno? Vedremo a fine anno»

nostro inviato a Maranello
Strana vita quella dello sconfitto-vincitore. Il suo apparire provoca un moto spontaneo di tifo. Perché, in fondo, c’è voglia di vedere campione del mondo il piccolo brasiliano che parla italiano. Felipe Massa lo sa, sente la gente per lui nonostante il campionato del mondo sia di Kimi, l’algido finnico che freddo non è. Lo sconfitto perché battuto dal compagno, ma vincitore «perché se non avessi avuto dei problemi tecnici (si legga affidabilità, ndr) avrei lottato anche io fino all’ultimo per il titolo», ha le idee molto chiare su come puntare al titolo e come accattivarsi sempre più le simpatie.
Per esempio, stimola gli italiani mammoni e teneroni, i bamboccioni no, quelli lasciamoli altrove. Infatti, fresco di nozze, dopo aver guardato e rimirato la F2008, dice: «Non ho mai avuto un figlio ma per la squadra è come se arrivasse un bambino… ora bisogna farlo crescere, e anche alla svelta, perché il nostro 2008 dipende molto da questo bambino, perché con lui vogliamo e speriamo di lottare per il titolo mondiale».
Felipe snocciola così le sue speranze iridate, ben sapendo che senza gli aiuti elettronici, il traction control, sarà tutto più difficile: «un grande cambiamento» dice, «si dovrà lavorare molto nel dosare l’acceleratore, servirà una guida più dolce». Soprattutto, Felipe sa che l’avversario principale, come da copione, sarà il compagno, stavolta ancora più avversario perché sulla macchina e sull’albo d’oro sta scritto numero 1.
Non sta però scritto nella testa della Ferrari che anche durante l’inverno ha più volte ribadito che d’ora in poi si riparte da zero, senza privilegi o status acquisiti, il predestinato a lottare per il titolo lo sceglieranno il dio dei motori e la classifica.
«Io e Kimi – conferma Massa – siamo diversi ma abbiamo entrambi la stessa voglia di lavorare per rendere questo team sempre vincente. Il numero uno sulla macchina di Kimi non cambia nulla per me: quel che conta è solo il numero che uno di noi avrà alla fine dell’anno. Nel 2007 ho vinto tanto e solo alcuni problemi di affidabilità mi hanno tolto dalla sfida iridata.

Da tutto questo ho imparato ancor di più e voglio lottare per il mondiale, tanto più che ora mi sono sposato, che non sono più un ragazzo, che sono cresciuto, sono più maturo».

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