Ma questa è una sfida tra spagnoli e brasiliani

Solo quattro italiani e tre inglesi partecipano alla gara dell’anno. Ci sono più francesi (6)

nostro inviato a Istanbul

Provate a prendere un mappamondo e cominciate a fare il giro del mondo: dall’Australia alla Norvegia, dal Brasile all’Irlanda. Ci ritroverete tutto quanto fa Milan-Liverpool. Partita del mondo globalizzato, come nella vocazione del calcio moderno. Bei tempi quando gli italiani erano nove, gli stranieri uno o due. E le squadre inglesi abbarbicate alla gente della loro isola. Oggi Milan-Liverpool è calcio italiano contro calcio inglese solo nel nome delle squadre, poi quattro italiani da una parte, tre inglesi dall’altra e il resto del mondo a farla da padrone. Sulla lista consegnata all’Uefa sono presenti giocatori di 19 nazioni, ma solo due Paesi in entrambe le squadre: Croazia (Simic e Biscan) e Francia (Dhorasoo e Cissé, Le Tallec, Traoré, Sinama, Luzi). Fa sorridere vedere la piccola Croazia metter naso in due super club. E fa contrasto badando alle grandi scuole calcistiche che compongono l’anima delle squadre. Il Milan ha la forza nei suoi 4 brasiliani, seguiti da 3 olandesi (con Seedorf e Stam, il giovanissimo Esaias), il Liverpool è raccolto intorno al blocco ispano-francese: 4 spagnoli (Xabi Alonso, Luis Garcia, Josemí e Nunez), ai quali va aggiunta la mano di Rafa Benitez, e 5 francesi. Poi il mondo gira. E trovi Georgia, Portogallo, Argentina, Ucraina e Danimarca nel Milan: dieci nazioni oltre all’Italia. Polonia, Irlanda, Finlandia, Repubblica ceca, Norvegia, Australia, Germania compongono il resto della geografia del Liverpool.

Stasera gioirà mezzo mondo.

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