«Questo mondo del calcio mi ha disgustato»

Il ministro dell’Interno non ha più voglia di giocare a calcio. «Questo mondo mi ha deluso e anche disgustato». Roberto Maroni non è un tipo da mezze misure. «Ho combattuto la mafia, la camorra, la ’ndrangheta, posso avere paura di quello che accade nel football? Sono stato offeso da Zamparini che mi ha accusato di avere dimenticato i valori della democrazia per l’introduzione della tessera del tifoso. Ma i fatti mi hanno dato ragione, più tessere del tifoso di abbonamenti. La lega, quella del calcio ovviamente, è condizionata dagli interessi dei club, mi fido della federcalcio, della lega un po’ meno. La cultura del successo, l’avidità, la corsa al denaro hanno fatto saltare i freni inibitori, laddove esiste ignoranza o fragilità accadono i fatti miserabili di cui ci stiamo occupando».
Domani a Roma, Maroni firmerà il decreto che istituisce l’unità investigativa per le scommesse, una struttura creata ad hoc per intervenire sul fenomeno che sta intossicando il mondo del calcio, italiano e non soltanto. «Il Coni e la Federcalcio mi hanno chiesto un aiuto. Loro non possono disporre degli strumenti che invece noi possiamo utilizzare per indagare. Così faremo, in collaborazione con i Monopoli, con le concessionarie di scommesse, con la guardia di finanza, con la polizia, i carabinieri, la polizia postale, la Dia. Proporrò ai ventisette membri dell’Unione Europea, ai miei ventisette colleghi ministri, la creazione di un network che controlli il movimento di scommesse anomale, per evitare che il criminale italiano faccia la sua puntata dal Belgio o dalla Svizzera o viceversa. Poi chiederò un incontro con l’Uefa, per presentare a Platini il progetto e dialogare con il massimo organismo sportivo continentale. La Fifa ha dato 20milioni di dollari all’Interpol per organizzare un controllo sul mondo delle scommesse, dovremo fare lo stesso anche se l’Interpol non ha potere investigativo».
Tra gli organismi coinvolti nell’iniziativa c’è anche l’Unire: «L’ippica non dipende dal Coni ma muove scommesse per oltre un miliardo e mezzo di euro, il calcio arriva a quattro miliardi e quattrocentomila euro, per un totale di sei miliardi, una cifra colossale. Comunque il messaggio dovrà essere chiaro: chi sgarra sa che non avrà a che fare soltanto con le sanzioni sportive e, comunque, non ci si limiterà alla squalifica ma alla radiazione, all’espulsione a vita».
Parole, ma i fatti? «Guardi che se opporranno un muro noi lo abbatteremo. E’ ora di cambiare, di restituire i valori etici e non mercantili allo sport. La mafia si combatte nelle scuole elementari, la corruzione del calcio va affrontata nei vivai. Non mi preoccupo. Due anni fa individuammo infiltrazioni camorriste nelle violenze alla stazione ferroviaria di Napoli, alla vigilia della trasferta di campionato contro la Roma; firmai il divieto di trasferta dei tifosi napoletani per tutto il torneo. Un gruppo di ultras scese in piazza indossando una maglietta gialla che portava questa scritta: “Io ho precedenti penali”, è appesa al muro del mio ufficio, un souvenir. Le organizzazioni criminali usano il calcio per gestire le trasferte, il merchandising e per riciclare il denaro sporco anche con le scommesse regolari».
E il ministro che fa? Si dimette da tifoso del Milan?
«La passione è diventata sfida. Ero un terzinaccio che correva e basta ma aveva come idolo Rivera. Oggi sarei addolorato profondamente se Cristiano Doni risultasse responsabile di questa vicenda, crollerebbe un simbolo per il tifo atalantino, con conseguenze non facilmente immaginabili, è un rischio grande. Per quanto mi riguarda ho ancora il ricordo di un bagno nella fontana in piazza a Varese il giorno del primo scudetto dell’era Berlusconi. E poi di un viaggio in charter per la finale di Atene, in compagnia di Fabrizio, mio figlio, a festeggiare il giorno del suo compleanno e della champions. Il charter ripartì alle sei del mattino da Atene, restai in bambola per due giorni. Indimenticabile».
Però, un uomo di governo che viaggia in charter è una notizia non italiana. Per esempio un volo di Stato sarebbe stato più attuale: «Lasciamo perdere l’argomento (e ride).

Quando vado in vacanza viaggio con le compagnie low cost, con la mia famiglia e la scorta. E poi, se proprio vuole saperlo, per il bagno nella fontana, a quel tempo io ero all’opposizione».
Non si può avere tutto dalla vita, a parte la maglietta gialla.

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