Giù la maschera: la Magica, gettati alle ortiche i sogni-Champions, rischia seriamente di smarrire anche il «pass» per la Uefa. Già, perché per entrare in Europa dalla porta di servizio (i preliminari), sarà determinante mantenere saldo un sesto posto che, a quattro turni dal rompete le righe, è appeso ad un sottile, impercettibile filo di speranza. Lo scialbo 0-0 con il Chievo e la «decisa» contestazione dei tifosi all'Olimpico, hanno messo in vetrina un'amara realtà: la mia Roma, match dopo match, si sgretola sotto i colpi di una stagione a tinte scure. Il coro «Andate a lavorare» o gli striscioni con la scritta «Vattene» dedicati a Rosella Sensi ed esposti ieri in curva sud, testimoniano l'amarezza di una piazza che culla ambizioni, sogna una squadra da applausi e vorrebbe una società in grado di progettare al meglio il futuro. Un'amarezza insostenibile, dunque, che ha spinto i tifosi più «innamorati» d'Italia ad entrare all'Olimpico solo a pochi minuti dalla fine del match con il Chievo per inondare di fischi giocatori e dirigenti e tentare di rianimare un lupetto giallorosso ferito da una stagione maledetta e da una classifica che esige attenzione.
D'altronde i numeri parlano chiaro: il Palermo, adagiato un gradino più in basso della Roma, rappresenta una terribile, delicatissima insidia. L'ennesimo «spauracchio» di una via crucis senza fine.fabrizioaspri@romanews.eu
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