Quinto continuerà a fare puzza Sarà soltanto più contenuta

Una settimana, massimo dieci giorni e i miasmi che fuoriescono dal depuratore di Quinto torneranno «nella norma». Messo sotto un’altra forma significa che per gli abitanti del levante genovese la puzza non se andrà ma tornerà sotto quel livello di guardia che ha creato allarme dal giorno di Pasquetta ad oggi. A cercare di dare spiegazioni sul mal funzionamento dell’impianto inaugurato poco più di un anno fa sono stati l’assessore con delega al ciclo delle Acque Carlo Senesi e il direttore generale di Mediterranea delle Acque Gianluigi Devoto che hanno tranquillizzato la popolazione: «Non esistono rischi per la salute». Rimane, e tanta, la puzza che lascia inquieti i residenti: «La causa del forte odore è da imputarsi ad un eccesso di scarico di materiale organico che ha, insieme con un brusco innalzamento della temperatura, causato questa situazione - spiega Gianluigi Devoto -. Opereremo soprattutto all’interno del depuratore per migliorare la qualità dell’aria all’esterno. Nei prossimi giorni i residenti di Quinto vedranno un passaggio più frequente di camion che raccoglieranno i fanghi dalle vasche. Una pulizia potrà aiutarci a superare il problema».
Ma non basta perché a Levante, ogni volta che il vento soffia dal mare, l’odore del depuratore si sente eccome. A prescindere dall’emergenza di Pasqua. L’assessore Senesi cerca di circoscrivere il problema a una decina di palazzi intorno a via Fabrizi ma gli abitanti non la pensano allo stesso modo e anche ieri hanno ribadito le loro perplessità ricordando di aver presentato una denuncia alla Procura della Repubblica: «Dobbiamo superare la fase acuta nel più breve tempo possibile, poi nel medio periodo ci occuperemo di comprendere quali soluzioni attuare per migliorare anche la situazione ordinaria - racconta l’assessore comunale -. Ma non possiamo illuderci, da un depuratore qualche odore uscirà sempre». A lavorare sulle soluzioni del medio periodo, oltre a Iren, ci saranno anche Arpal e Università di Genova mentre per rispondere all’accusa di chi parla di camini per la fuori uscita dell’aria realizzati in maniera non conforme Senesi ribatte: «La valutazione del progetto non è di nostra competenza, ma prima di pensare alla sostituzione degli attuali con uno alto 20 metri si può pensare a condutture interne all’impianto che facciano girare maggiormente l’aria prima di spingerla all’esterno». Intanto si indaga anche su chi abbia generato questo accumulo di materiale organico: «Potrebbe essere stata un’attività artigianale o un’impresa allacciata abusivamente a qualche scarico ad aver creato il problema» spiega Carlo Senesi aggiungendo che ci saranno verifiche per capire chi ha creato il problema.


Se a Quinto in questi giorni l’aria pare davvero irrespirabile, non arriverà mai al livello di quanto hanno sopportato e a volte ancora sopportano i residenti di Cornigliano dove il depuratore Polcevera verrà addirittura rifatto entro cinque anni spostandosi nelle aree ex Ilva e con una logica tutta diversa. Non raccoglierà solo le acque che passano nell’attuale impianto ma anche i fanghi della Volpara e quelli del depuratore di Sestri Ponente.

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