Quote rosa in Piazza Affari: dal 2012, donne al 20% nei cda

Via libera definitivo e bipartisan alla Camera alla legge che introduce le «quote rosa» nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa e dei gruppi a partecipazione pubblica. La norma era giù stata licenziata dal Senato e quindi a questo punto manca solamente la firma del Capo dello Stato per la promulgazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
In base alle nuove regole (approvate ieri alla Camera con 438 voti a favore, 27 no e 64 astenuti) i cda e gli organi di controllo delle società quotate in Piazza Affari dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 (20% nel primo mandato) e da un terzo dal 2015 (il 33,3% nel secondo mandato). Le nuove regole entreranno quindi a pieno regime nel triennio del mandato 2015-2018 e la decisione sull’approssimazione per eccesso o per difetto spetterà alle singole società. Soddisfatto il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna che ha rimarcato: l’Italia ha adottato «una decisione di portata storica, ha fatto un importantissimo passo in avanti sulla strada della valorizzazione del talento e delle energie femminili».
Le quote rosa imposte per legge, tuttavia, non varranno in eterno: il provvedimento prevede che il criterio si applichi soltanto per tre mandati consecutivi. In caso di inadempienza da parte delle società, è prevista una diffida della Consob a reintegrare il cda o i collegi entro quattro mesi.

Se le società non si adegueranno, scatterà un’ulteriore diffida di tre mesi e sanzioni pecuniarie da 100mila a un milione di euro per i cda e da 20mila a 200mila euro per i collegi sindacali. In ultima istanza è prevista anche la decadenza del consiglio di amministrazione e degli organi di controllo.

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