da Palermo
Cè Antonio, poliziotto di Catania, che non tollera le interviste agli ultràincappucciati e limpotenza di fronte agli «animali», così li definisce, che imbrattano i muri di mezza Italia con scritte che inneggiano alla morte di Filippo Raciti e alla vittoria contro la Polizia. E cè Antonino, che si autodefinisce «un cc stanco di questo sporco Stato» e scrive una ideale lettera al collega ucciso: per scusarsi che la sua città, Catania, sia potuta arrivare a tanto, e per dirgli di non illudersi, che la sua morte sarà comunque vana dopo lo sdegno urlato e le passerelle dei politici. Cè pure Tommaso, che trova «squallido» che ieri nella cattedrale di Catania siano state riservate due file ai familiari e «otto, ben otto! ai politici in passerella». E cè max Lupo, che scrive: «Veramente vergognoso quanto successo a Catania. Quando il prossimo? Siamo carne da macello».
Corre sul web la rabbia degli uomini delle forze dellordine. Esattamente come in internet corre la stupidità di qualche gruppo di ultrà che esulta per leliminazione del poliziotto o scrive «Supporters 1- Polizia 0». Sui siti degli ultrà sta indagando, a Catania come in altre parti dItalia, la Polizia postale, che sta cercando di verificare se ci sia un legame tra gli ultrà e soprattutto una «regia» delle scritte ingiuriose comparse in mezza Italia. Lo sdegno di chi ogni giorno rischia la vita solo perché indossa una divisa è invece palpabile sul forum di www.grnews.it, il sito ufficiale della Fiast (Federazione indipendente delle associazioni dei sindacati e del terziario), che raccoglie il sindacato di Polizia Coisp, il Sulpm il sindacato della polizia locale , il Savip. Migliaia i messaggi che da venerdì sera sono arrivati al forum di grnews e ai siti collegati. Un coro di rabbia e frustrazione, per la morte così assurda del collega. È la rabbia il sentimento che prevale. Scrive Uno dei tanti: «Ma dove sta la novità? Chi va di servizio tutte le domeniche allo stadio si rende conto che è una continua escalation. Ogni domenica poliziotti trattati da bestie, costretti a subire le peggiori umiliazioni, sputi in faccia, bottigliette dacqua addosso... In 30 anni di Amministrazione non mi sono rimaste più lacrime per quanti colleghi ho pianto». Rincara la dose un reparto mobile di Napoli: «Al San Paolo succede questo tutti i sabati pomeriggio (curva A). Per saltare alla ribalta ci doveva scappare il morto...».
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