Stefania Scarpa
Il rabbino capo della Comunità ebraica romana oggi in visita alla moschea di Forte Antenne. Un momento storico per lanima religiosa e spirituale della Città Eterna. Un segnale importante di dialogo, fratellanza e rispetto reciproco, che si rivolge a tutti i fedeli, sia ebrei che musulmani, per sottolineare i valori comuni alla base di due comunità, che hanno scelto percorsi spirituali diversi. Questo, di fatto, rappresenterà oggi la visita della delegazione guidata dal rabbino capo Riccardo Di Segni. Il rabbino, alla sua prima volta nella moschea romana, troverà ad accoglierlo una delegazione guidata dal segretario del Centro culturale islamico, Abdellah Redouane e da Mario Scialoja, direttore per lItalia della Lega musulmana mondiale. Un incontro che arriva in piena bagarre per la pubblicazione delle vignette europee ritenute offensive nei confronti del profeta Maometto. Quando le rivolte, spesso, si sono accompagnate ad altro odio, quello antisemita.
«Lincontro odierno servirà - dicono gli esponenti delle comunità ebraica e musulmana - anche a puntare il dito contro queste intolleranze, contro le guerre, contro il terrorismo. Servirà a recuperare la storia che ha voluto i due popoli vicini per testimoniare che scontri politici, come quelli legati alla difficile soluzione della questione mediorientale, non devono minare un comune cammino di pace». Un momento atteso, questo, da Scialoja. «È la prima volta che un rabbino capo fa visita nella moschea - ha detto il presidente della Lega Musulmana - certamente questo ha un forte significato, anche perché abbiamo ricevuto altre delegazioni di ebrei ma era tanto che aspettavamo di ospitare proprio il rabbino capo Di Segni».
E a ribadire che la visita non è affatto casuale e che, piuttosto, rappresenta un momento significativo per rafforzare il dialogo tra le due comunità, è il vicepresidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: «Non sarà ovviamente una visita turistica o dettata dalla curiosità - ha dichiarato -. Auspichiamo con sincerità che questa visita serva ad aprire un dialogo di condivisione di certi valori, allinterno di un dibattito sul ruolo della religione, sui leader religiosi nei confronti dei propri fedeli e il ruolo della comunità islamica ed ebraica nelle società civili».
«Mai come in questo momento le comunità islamica e ebraica sono vicine - ha proseguito Pacifici - e possono combattere insieme una battaglia per il rispetto religioso». Daltra parte, e Pacifici vuole sottolinearlo, «un conto è il terrorismo di matrice islamica un conto è la cultura dellIslam».
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