Noti romanzieri francesi talora ispirano meno noti registi tedeschi, come Oskar Roehler, che ha portato sullo schermo Le particelle elementari di Michel Houellebecq (Bompiani). Figli di madre gaudente e assente (Nina Hoss), metà opposte luno dellaltro, linsegnante infoiato (Moritz Bleibtreu, premiato al Festival di Berlino per linterpretazione) e lo scienziato scostante (Christian Ulmen) cercano uno spiraglio di felicità. Ma il personaggio del romanzo è brutto tanto quanto Bleibtreu è bello e ciò rende incongrui i suoi problemi di accoppiamento. La sostanza del film è però una somma di dolori: quelli di Houellebecq (1958), abbandonato dalla madre; e quelli di Roehler (1959), la cui madre sè suicidata. Questinfelicità originaria degli autori indirizza i loro personaggi alla pornografia (tutto col sesso) o alla scienza (nulla dal sesso).
Nonostante evochi Huxley, Le particelle somiglia - in chiave più disperata - a Bianca di Moretti. Ma lì talora ci si divertiva: Le particelle invece sono noia pura.LE PARTICELLE ELEMENTARI di Oskar Roehler (Germania, 2005) con Moritz Bleibtreu, Christian Ulmen. 108 minuti
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