Palermo come Milano. Ogni procura degna di questo nome ora ha il suo book con le escort che hanno frequentato Arcore. Il velo cade nel giro di ventiquattro ore: la cubista interrogata dai pm siciliani si chiama Nadia Macrì, viene da Reggio Emilia e ha ventisette anni. È lei la misteriosa amica di Perla Genovesi, l’ex assistente parlamentare del deputato Pdl Enrico Pianetta che l’aveva evocata nelle sue chilometriche deposizioni davanti ai magistrati siciliani. Il giallo è già risolto, la Macrì èstata interrogata a razzo e ha confermato tutto quello che la Genovesi aveva riferito di seconda mano nelle scorse settimane. Anzi, la donna ha aggiunto molti dettagli piccanti: per essere andata a letto col premier, ricevette un paio di buste da 5mila euro, ma in quel letto, par di capire dai suoi racconti peraltro secretati, lei vide entrare anche più ragazze in simultanea. Ragazze che avevano fumato erba. E, come se non bastasse, chiama in causa pure il ministro alla Pubblica amministrazione Renato Brunetta, solo che l’allora europarlamentare se la cavò con 300 euro. Prezzi modici, insomma. «Sono affermazioni fuori dalla grazia di Dio », replica furente il ministro.
Dunque è un racconto parallelo, a tratti quasi sovrapponibile alla narrazione di Ruby, quello che arriva dal fondo dello stivale. E ritornano anche gli stessi personaggi già rimbombati in queste ore: Lele Mora ed Emilio Fede che avrebbero introdotto Nadia alla corte di Silvio.
Tutto comincia nel 2007 quando viene fermata per la prima volta - la seconda è a luglio scorso - Perla Genovesi, la donna dall’incredibile doppia vita: assistente di Pianetta e contemporaneamente, per amore di un boss, corriere della cocaina importata direttamente dai cartelli colombiani e peruviani. La prima vita della Genovesi finisce durante un controllo: le trovano la polvere addosso e perde il posto, ma già prima, nel 2006, ha presentato la sua amica Nadia a Brunetta. È un episodio che lo stesso ministro ha confermato ieri al Giornale . Nadia Macrì è disperata perché le stanno per portare via un figlio piccolo e così nel corso di un convegno la ragazza, spalleggiata dalla Genovesi, si fa coraggio e parla a Brunetta. O forse, non è chiaro, l’incontro avviene nello studio di lui. Brunetta la mette in contatto con l’avvocato Carlo Taormina che però non segue la pratica e non s’interessa ai guai della poveretta.
Lei, invece, s’interessa, eccome, al futuro Ministro. Lo rivede e ha un rapporto sessuale. Il prezzo? Trecento euro, più alcuni gioielli. Poi? Il seguito non è molto chiaro e lo stesso racconto della squillo emiliana viene considerato dai magistrati di Palermo quantomeno lacunoso. Forse vuole inguaiare qualcuno, ma forse vuole coprire qualcun altro. Per esempio un politico emiliano, un «pezzo grosso», che l’avrebbe aiutata nella sua corsa verso Arcore. Il nome, proprio, non se lo ricorda. La sua liason con Brunetta si chiude quasi subito per volere di lui e con suo dispiacere, ma lei di consola, intreccia altre relazioni, entra in contatto con Lele Mora che la porta da Emilio Fede. E Fede la fa sbarcare ad Arcore. Si ritrova nel «giro delle feste del Presidente».
Ad Arcore, arriva fra il 2009 e il 2010, pochi mesi fa, dunque. E tre o quattro anni dopo quei primi approcci con il mondo della politica. Nadia incontra due o tre volte Silvio. Ad Arcore ma anche a Villa Certosa. Partecipa a rumorosi ed affollati party, fianco a fianco con politici, avvocati, belle ragazze. Tira tardi. In un paio di occasioni la serata si conclude fra le braccia del premier. Prima di tornare a casa, Nadia riceve una busta con cinquemila euro. Diecimila in tutto. Certo,la Macrì non è supertecnologica come la D’Addario che si aggirava fra saloni e specchi armata di registratori e telefonini. Però qualche occhiata in giro la dà pure lei: dice di aver notato grappoli di belle ragazze, anche venti per volta, e di averle viste mentre fumavano erba. E aggiunge che alcune di queste bellezze si sono appartate, tutte insieme, con il Cavaliere.
Ieri, dopo un vertice a Palazzo di giustizia, i magistrati di Palermo hanno deciso di inviare i verbali della escort a Milano, per competenza. Intanto un furioso Brunetta si difende: «Queste dichiarazioni sono fuori dalla grazia di Dio. Ho incontrato quella persona quattro anni fa nel corso di un convegno e le ho indicato l’avvocato Taormina. Non l’ho mai più vista né sentita.
Ho già dato mandato al mio avvocato di tutelare la mia persona con ogni mezzo ». Durissimo anche Emilio Fede: «Non conosco questa Nadia. Ormai sta diventando un gioco pericoloso. E ai magistrati vorrei dare un suggerimento: mettetele tutte in galera, anzi in manicomio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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