Il racconto di Paola nel memoriale delle bugie

La ragazza che sogna una carriera in tv ha dettato il testo a un giornalista del settimanale "Oggi"

Il racconto di Paola nel memoriale delle bugie
Milano - Se Chiara «ha aperto al suo assassino, lo ha fatto entrare e gli ha girato le spalle, è perché, chiunque fosse, aveva la sua piena fiducia». Lo sostiene in un lungo memoriale (registrato durante un’intervista a casa delle sorelle) pubblicato dal settimanale Oggi Paola Cappa, cugina di Chiara Poggi. Nell’articolo, firmato da lei, Paola sostiene tra l’altro che il discusso «scatto» che la ritrae con la sorella Stefania e con Chiara sia originale (ma ieri, come riportato nell’articolo sopra, la sorella l’ha smentita, ndr). E spiega così l’origine della foto lasciata assieme a un mazzo di fiori al cancello della villa dove è avvenuto l’omicidio: «È un’immagine che risale a cinque anni fa, all’unica vacanza che abbiamo fatto insieme».

«Eravamo tutte e tre a Loano, ospiti di una zia - racconta Paola -. A Loano non c’è granché, non ci sono locali e dopo una giornata al mare non rimane che un gelato e una passeggiata per il centro. Una delle cose più divertenti era la sera, prima di uscire, quando dovevamo decidere come vestirci, come truccarci e farci belle». E tornavano tardi, perché la zia, che prendeva delle gocce per dormire, tanto non le scopriva. Paola Cappa nel memoriale scrive che «Chiara stava al gioco. Una sera l’abbiamo sfidata. “Dai, le abbiamo detto, mettiti un bel top colorato che ci facciamo fare qualche foto”. E quando lei ha preso dal cassetto quella camicetta rossa, io e Stefania subito ne abbiamo scelta una dello stesso colore. È nata così la foto che io e mia sorella abbiamo portato davanti alla casa di Chiara, il giorno in cui l’hanno massacrata».

Nell’articolo Paola racconta così il suo legame con la cugina. «Non c’erano scorciatoie per nessuno con Chiara - scrive -, nemmeno per me o Stefania, che eravamo sue cugine. Abbiamo dovuto crescere, conoscerci e poi, con gli anni, è maturato anche il nostro rapporto». «Negli ultimi tempi tra noi era un continuo scambio di segreti. Ci dicevamo tutto».

Chiara «aveva un irrinunciabile bisogno di studiare tutto e tutti, per capire sempre persone e situazioni. Per aprirsi con qualcuno aveva bisogno di fidarsi ciecamente. Senza riserve».

E Paola, nel lungo articolo, dice di non riuscire ad accettare la morte della cugina: «Ho letto e riletto cento volte la stessa scena, Chiara che apre la porta di casa, una persona che entra, la prende a martellate e la abbandona morta sulle scale. Chiara non c’è più, mi dico, ma non riesco ad accettare la sua fine».

Sul fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, Paola scrive: «Stavano insieme da 4 anni e Chiara aveva confessato a mia sorella che Alberto era diventato per lei troppo importante e da un anno avevano cominciato a fare progetti per il futuro. Prima o poi si sarebbero sposati». «Per questo non posso credere che sia stato lui a ucciderla».
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