da Milano
I magistrati non pagano mai per la malagiustizia? Non è esatto. Luigi Scotti, ad esempio, da quando è guardasigilli ha esercitato lazione disciplinare nei confronti di sette giudici. In un caso recentissimo si è deciso addirittura per la radiazione dallordine. Una rarità. E per arrivare a tanta severità ci vuol ben altro che qualche dimenticanza nella notifica degli atti di custodia cautelare pur con conseguente scarcerazione di belve assatanate, vedi il caso Padova. No, affinchè il Csm usi il pugno di ferro e metta alla porta una toga come un qualsiasi dipendente pubblico, occorre che il giudice in questione si macchi di azioni «senza scrupoli» ovvero di una «non occasionale» ma «professionale propensione al malaffare nel settore giudiziario». Ad esempio pretendendo «lonorario» dalle parti in causa. Queste e altre le accuse contenute nel rinvio a processo del giudice di Bari Domenico Ancona, già arrestato per concussione e rimosso nei giorni scorsi dalla magistratura per una lunga serie di episodi illeciti.
Tra i casi di toghe finite alla sbarra, il caso di Ancona è certamente il più eclatante del 2008. Sugli altri Scotti ha sorvolato, ma per avere una vaga idea dei parametri di giudizio del Csm sul «reato» di malagiustizia, è istruttivo dare unocchio allinchiesta sul suddetto Ancona che, quando era giudice del Tribunale civile di Bari, aveva sì il vizio di ritardare le sentenze ma, dice laccusa, in cambio di mazzette. Come quando, in combutta con il suo perito di fiducia tal Domenico Lorusso (anchegli arrestato), avrebbe preteso una tangente di 15mila euro da unimprenditrice di Bari in cambio della firma sullesecuzione di un decreto ingiuntivo. O come quando, sempre con la spalla Lorusso, avrebbe partecipato alla concussione messa in atto da un altro magistrato barese, Michele Salvatore, ai danni del consorzio scientifico Digamma. Per emettere una sentenza favorevole al consorzio, che studia le ossa calcificate dellUomo di Altamura, fu chiesta una tangente di 75mila euro, vicenda per la quale il giudice Salvatore è già stato condannato a quattro anni. Che fossero giovani imprenditori o scheletri di 400mila anni, insomma, da quelle parti faceva poca differenza. Negli atti dellinchiesta della procura di Lecce non mancano note pittoresche. Ad esempio, per convincere limprenditrice barese a versare «lonorario» per la sentenza, il giudice e linseparabile perito Lorusso la invitarono al bar per un caffè e poi, al momento in cui la donna si offrì di pagare il conto, lavrebbero apostrofata: «Lei con un caffè se ne vuole uscire?...».
Per estorcere il denaro dal consorzio Digamma, il perito avrebbe invece esibito due ordinanze manoscritte del tribunale che avrebbero potuto essere emesse o meno se fosse stata versata la tangente. Manoscritti vergati, secondo la procura, dalla mano di Ancona e che Lorusso avrebbe tentato letteralmente di mangiarsi allarrivo della perquisizione.
Ma oltre allaccusa di concussione e di ritardi sospetti nel deposito di un centinaio di sentenze, il giudice è stato oggetto di provvedimenti disciplinari anche per consulenze doro concesse a una ristretta cerchia di professionisti che, secondo la testimonianza di cinque avvocati, erano soliti stazionare in modo anomalo nei locali delle sue udienze.
Riassumendo, prima di venire cacciato dallordine giudiziario, Ancona ha dovuto accumulare un voluminoso atto d'accusa in cui si parla, tra l'altro, di 139 sentenze civili depositate oltre i limiti temporali, nonostante il magistrato fosse già stato oggetto di procedimenti disciplinari per «gravi ritardi» riguardanti 236 sentenze e 193 ordinanze.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.