La radio rossonerazzurra fa gol in Tv

Qualcuno la chiama, con tono epico, la «radio che visse due volte»: perché nacque una volta, e poi morì per ragioni di vil (ma tanta...) pecunia. Di sicuro è la radio che fa vivere i tifosi, in una veste inedita: sulle sue onde, si diventa tutti surfisti provetti. Nel senso che si può fare opinione, con la certezza di essere ascoltati. Anche loro, anche i tifosi. Per dire: c’è «Giorgio il Veterinario», milanista, che puntualmente chiama e dice la sua. Pronto a ribattergli, il nerazzurro «Luca Curva Nord». Rispettandosi, sbraitando molto meno di tanti salotti della tv. É Radio Milan Inter, bellezza. E funziona. A dire il vero funzionava anche prima, come ricorda il direttore Lapo De Carlo: «Dal gennaio 2005 all’agosto 2007, ci creammo un pubblico fedele. Seguimmo dodici ore al giorno la bufera Calciopoli. Poi venne il giorno di un’offerta irrinunciabile per i proprietari delle frequenze: 5 milioni e via, tutto finì a Radio Capital». Quell’avventura, oggi, è ricominciata: l’11 dicembre Radio Milan Inter ha spento la prima candelina e, in un botto, si è fatta maggiorenne: sì perché da lunedì prossimo la radio a strisce rossonerazzurre approda sullo schermo: la formula «radio in tv» (Fiorello e Linus insegnano) evidentemente piace. Così Lapo De Carlo e la sua squadra (Gianluca Prudenti, Gaia Brunelli, Claudio Zuliani, gli opinionisti Giorgio Micheletti e Adriano De Carlo e altri) ci metteranno la faccia, come si dice: dalle ore 7 alle 9 e dalle 12 alle 13 su Più Blu Lombardia, e per tutto il giorno -dalle 7 alle 20 - su TeleMilano. Da fine gennaio, poi, Radio Milan Inter aggiungerà alla frequenza 96.1, raggiungibile in tutta Lombardia, la frequenza 100.100, per conquistarsi, finalmente, l’intera Milano. «Siamo ripartiti da zero - spiega Lapo De Carlo - Perché per un anno ci hanno sentito i lombardi, più che i milanesi: ed era tutta gente che non conosceva la prima Radio Milan Inter. Ora, il purgatorio è finito: ci sentiranno anche dentro il perimetro della Tangenziale!». Milano ritroverà una vecchia amica, insomma: «La ricetta resta la stessa: - prosegue De Carlo - Parlare di calcio ma anche di attualità, con ironia e distacco. Facendo questo mestiere ci siamo accorti che gli stessi tifosi chiedono uno sport meno esasperato. Sono i media che esasperano certe situazioni. I programmi tv sono fatti di calcio che si parla addosso, e lo fa urlando: da noi regna sovrano lo sfottò. E basta. I nostri opinionisti, poi, dichiarano le proprie simpatie, anche juventine, ma non perdono l’onestà».

Infine, l’orgoglio più grande: «Il nostro spettatore non fa il voyuer: partecipa, sempre e comunque». Anche quando il direttore, di fede interista, si lancia nella sue tignose battaglie contro i mulini a vento: «Dopo aver difeso coi denti Recoba - ammette - ora tifo per Quaresma». Auguri.

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