Raffaella rottama il Pdl: «Le tessere? Una logica da Prima Repubblica»

Raffaella rottama il Pdl: «Le tessere? Una logica da Prima Repubblica»

(...) una guerra intestina al Popolo della Libertà genovese. È proprio il caso di dire che volano gli stracci e a farli volare sono la consigliere regionale Raffaella Della Bianca e il senatore e coordinatore metropolitano del movimento Giorgio Bornacin. Tanti i temi di critica che Della Bianca ha messo sul piatto criticando un partito «passato da uno stile monarchico a uno da prima Repubblica, quando il metodo delle tessere favoriva chi aveva più disponibilità finanziaria». Un metodo comune a tutti i partiti a ridosso dei congressi, chiarisce nel suo sfogo Della Bianca, che proprio per questo vorrebbe un Pdl più snello e pronto al metodo delle primarie per scegliere i dirigenti interni: «Tutti ragionamenti che avrei voluto sottoporre al coordinamento regionale che non si riunisce da un anno - lamenta -. Al coordinatore Michele Scandroglio ho chiesto anche un’assemblea degli eletti sullo stile di quanto fatto in Lombardia ma mi ha risposto che non è il momento. Nel Pdl ligure non è mai tempo per il confronto interno». Una spaccatura che assomiglia per toni e temi a quanto accade nel Pd con i «rottamatori». La critica finisce sul ministro del Turismo: «Mi sarei aspettata che la Brambilla venisse in città per dare una linea su temi strategici per questa regione invece di stare al gazebo. Con i problemi che dobbiamo affrontare, vedi Fincantieri, è incredibile che non ci si riunisca per stabilire che strategia adottare».
Nessuna accusa sulla compravendita di tessere da parte di alcuni componenti del partito ma un ragionamento rispetto ai voti raccolti dal Pdl alle ultime regionali - 95.480 - rispetto al numero degli iscritti - ad oggi circa 400 - ed il timore che questi numeri si gonfino solo per opportunità congressuale. Quindi la stoccata arriva per Giorgio Bornacin: «Io sono iscritta e pago la mia quota da consigliere, mi chiedo se un coordinatore metropolitano può non versare il contributo e guidare il partito: è come un padre ubriaco che dice al figlio di non bere. E non è l’unico visto che ci sono anche consiglieri regionali che non pagano».
Bornacin è andato su tutte le furie rispondendo all’accusa con una querela: «Sono in regola con i contributi e ho rinnovato la mia adesione al partito una settimana fa - ribatte -.

Sono sempre ben accetto verso la critica politica ma non posso accettare l’accusa a livello personale. Della Bianca non ricorda che pago di tasca mia i collaboratori che lavorano anche per il coordinamento del partito. E sia chiaro che pago con i miei soldi anche i dvd dei cartoni animati per mio figlio».

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