Le ragazze del tennis si sono perse nell’insalatiera

Eliminate dalla Spagna nei quarti della Fed Cup di cui erano state protagoniste nelle ultime stagioni. Schiavone disastrosa, ora bisogna evitare la B

da Napoli

Addio sogni di gloria. Addio bella coppa sulla quale l’Italia aveva iscritto il proprio nome. Ieri al Palavesuvio si è conclusa l’avventura della nostra magnifica squadra. Francesca Schiavone si è arresa alla Medina Garrigues per 6-4, 6-1. In 1 ora e 14 minuti la Spagna ha concluso l’incontro per 3-0, qualificandosi per i quarti di finale della Fed Cup. Quarti che dovevano essere i nostri e che ci avrebbero portati in Cina. Invece oggi a Londra la federazione internazionale sorteggerà la nazione che diventerà nostra avversaria nello spareggio per la sopravvivenza nel World Group.
Quella di Francesca Schiavone è stata una partita senza capo né coda. D’altronde l’avevamo vista lontana dalla forma abituale già nella prima giornata e ieri s’è arresa per la terza volta consecutiva alla Medina. Credo che la miglire autocritica l’abbia fatta lei: «Ho giocato al 20% delle mie possibilità». Poi ha fatto un esempio: «Era come se mi fossi trovata davanti a una grande torta con una fame da cane, con il risultato di sentirmi sazia dopo le prime due forchettate». Purtroppo anche nella prima giornata Francesca era lontana dal suo miglior tennis. Dovendo esprimere la mia verità direi che, nonostante gli sforzi di capitan Barazzutti, Francesca ieri sembrava irraggiungibile.
Dopo il primo gioco ha cambiato campo girando dall’altra parte della rete e lasciando in piedi il suo capitano. Anche se non lo ha percepito, Francesca aveva addosso troppa fretta, troppa ansia. Era difficile spezzare il ritmo della grande regolarista spagnola inventando soluzioni improbabili, mentre la panchina azzurra atterrita rimaneva a guardare. Occorreva molta più umiltà e forse non sarebbe bastata. «Dopo due anni di grande crescita, perchè nel 2006 abbiamo vinto la Fed Cup e nel 2007 abbiamo perso in finale, un risultato negativo ci sta» ha concluso la Schiavone, ammettendo però che un giocatore solido deve portare a casa il match anche quando gioca male. Quando in conferenza stampa le hanno chiesto il ricordo più bello che si porterà dietro, ha dicharato: «Mi porterò dietro il ricordo di questa stanza - facendo intendere che tra lei e i giornalisti esiste una buona intesa - da giovane ero molto più complicata». Purtroppo per quest’anno dobbiamo rassegnarci.

Le azzurre dei miracoli contro un Spagna priva della Ruano Pascual, la giocatrice di un doppio al quale l’Italia non è mai arrivata, sono uscite di cena con un durissimo verdetto. Ora dobbiamo ricominciare tutto da capo, lasciando da parte sofisticate filosofie per tornare coi piedi per terra a pedalare.

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