Ragione e desiderio, motori dell’economia

La ragione come esigenza di infinito implica un atteggiamento umano di apertura alla realtà e alla sua positività. Questa posizione, seppur spesso in modo implicito e inconsapevole, è la posizione dell'imprenditore: se la realtà non fosse positiva, non si potrebbe affrontarla per costruire, non si potrebbe rischiare. Gli incontri economici che si svolgono al Meeting 2006 intendono sottolineare questa positività dell'intraprendere, affrontando i nodi dell'economia di oggi.
Innanzitutto, metteremo a tema il ruolo centrale che la persona ha nell'impresa. L'economia globalizzata sta mettendo sempre più in evidenza che il vero patrimonio delle imprese non sono innanzitutto terreno, capitali e forza lavoro, ma le persone. Ne parleremo in un incontro con importanti manager come Andrea Pontremoli (Ibm Italia), Fausto Marchionni (Fondiaria-Sai) e Umberto Paolucci (Microsoft Corporation). Il ruolo della persona nel fare impresa è un elemento evidente in una particolare forma di impresa: le cooperative, che sono un patrimonio importante dell'economia e della società italiane, e dimostrano che a partire da un ideale - cattolico, socialista o laico - gli uomini si possono unire per costruire, anche se non possiedono risorse economiche. Del valore della cooperazione discuteranno il banchiere Alessandro Azzi, Alessandro Ramazza di Obiettivo lavoro, e Vincenzo Tassinari di Coop Italia. Questa cultura del fare insieme è possibile anche tra le imprese: i distretti, infatti, sono una sorta di «cooperative di imprese». Le grandi reti di piccole imprese possono costituire la realtà da cui ripartire per un rinnovato sviluppo. I distretti non vanno, però, ideologizzati. Oggi rischia di venire meno quella forza che li ha fatti nascere e crescere: un ideale vissuto in esperienze educative capace di mettere insieme gli uomini e di insegnare loro a rischiare e a cercare strade nuove. Al tema dei distretti è dedicato un incontro a cui interverranno l'ex ministro Giovanni Alemanno, il presidente di Federmeccanica Massimo Calearo e l'economista Alberto Quadrio Curzio.
La tensione ideale che ha fatto grande la nostra economia è anche la strada per l'innovazione, dove contano uomini mossi da una ragione curiosa della realtà e desiderosa di imparare. Uomini che puntano sul lungo periodo, non sul profitto immediato. Di innovazione parleranno George Atkinson, Science and technology advisor del segretario di Stato Usa, Adriano De Maio, presidente Irer, e Luigi Nicolais, ministro delle Riforme e dell'innovazione nella Pubblica amministrazione. Quando la piccola impresa innova e gli imprenditori innovativi fanno rete, il distretto si evolve: chi innova cerca collegamenti con il sistema delle università, della ricerca e della finanza. Questo è il segreto delle aree più dinamiche del Pianeta: testimonieranno questi scenari esperti internazionali come Ashish Arora, Alfonso Gambardella, Fabrizio Pammolli, Salvatore Rossi e Scott Stern. Non solo. Un imprenditore che vuole imparare dalla realtà non si siede, e cerca anche nuovi mercati. Non sta fermo e non chiede dazi e barriere ai prodotti altrui. Potremo scoprire questa dimensione dalle testimonianze di imprenditori come Roberto Colaninno, Andrea Illy e Mario Preve. Qual è il nemico di questa posizione umana? La rendita, specie quella di chi si ferma, non produce ricchezza per tutti, ma vive di quella del passato, non solo della propria ma anche di quella altrui. Su «Crescita, sviluppo o rendita» è stato organizzato un incontro a cui interverranno il giornalista Massimo Gaggi, e manager come Vincenzo Giori (Siemens Italia), Pietro Guindani (Vodafone Italia) e Benoit Lheureux (Auchan Spa).
Nel dibattito di questi ultimi anni su sviluppo o declino dell'Italia, poche volte si è usata la ragione come suggerisce la frase di don Giussani che dà il titolo al Meeting. A seconda della convenienza politica, si dice che va tutto male o che va tutto bene ma non si indica da dove ripartire. Diceva don Giussani: «Il desiderio è come la scintilla con cui si accende il motore. Tutte le mosse umane nascono da questo fenomeno, da questo dinamismo costitutivo dell'uomo. Il desiderio accende il motore dell'uomo. E allora si mette a cercare il pane e l'acqua, si mette a cercare il lavoro, a cercare la donna, si mette a cercare una poltrona più comoda e un alloggio più decente, si interessa a come mai taluni hanno ed altri non hanno, si interessa a come mai certi sono trattati in un modo e lui no, proprio in forza dell'ingrandirsi, del dilatarsi, del maturarsi di questi stimoli che ha dentro e che la Bibbia chiama “cuore”, e che io chiamerei anche “ragione”. E non c'è ragione senza, in qualche modo, un destato affetto». La via dello sviluppo riparte dal desiderio dell'uomo che muove la sua ragione e che lo spinge a mettersi insieme ad altri uomini per costruire, realizzando così il bene per sé, la famiglia, gli amici e il territorio. Un desiderio che lo spinge a con-correre, a correre insieme agli altri, per competere.

Su questo snodo fondamentale dell'economia italiana, «Con-correre per competere» avremo modo di confrontare la posizione di Compagnia delle Opere con quella del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo nell'incontro che si terrà durante la giornata conclusiva del Meeting.
*Presidente della Compagnia delle Opere

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