Rahlves e Ghedina i veri jet nella discesa della paura

L’americano vince a Bormio, Kristian 6°. Pista gelata, due all’ospedale

da Bormio

C’è da chiedersi chi sia stato il vero trionfatore della libera di Bormio, che ieri ha chiuso il 2005 di Coppa del mondo: forse lo statunitense Daron Rahlves, miglior tempo in entrambe le prove e autorevole primo al traguardo; forse il «vecio» azzurro Kristian Ghedina che, su una pista a lui solitamente non favorevole, è arrivato sesto precedendo gente del calibro di Bode Miller, «Herminator» Maier e Benjamin Raich; più probabilmente il clima (-18 alla partenza, - 10 al traguardo) che con il gelo ha reso ancor più difficile una pista già difficile per conto proprio e mandato all’ospedale due atleti.
Le brutte notizie della giornata sono cominciate con il volo tra la neve dell’apripista Alexander Ortler, talento emergente dello sci azzurro, che è finito all’ospedale prima ancora che la gara cominciasse: per lui, fratture alle costole e alla spalla destra.
Poi è toccato ad Hans Grugger, uno dei grandi talenti dello squadrone austriaco, già vincitore del SuperG della Valgardena due settimane fa, che dopo aver spigolato è volato sul fondo ghiacciato fratturandosi il femore destro: per lui, stagione conclusa e dunque addio Olimpiade di Torino.
Il successo è andato così al trentaduenne Rhalves, che su questa stessa pista, lo scorso anno, si era laureato vicecampione del mondo. Per lui, undicesimo successo in carriera, secondo stagionale, conquista del primato provvisorio in coppa, visto che il norvegese Svindal ieri non gareggiava. L’americano ha messo in riga l’austriaco Strobl e lo svizzero Gruenenfelder, e via via fino a Ghedina, sesto.
Già, Ghedina. Kristian l’aveva promesso e l’ha ricordato: «Lo dicevo che avrei dato tutto, l’ho fatto e sono felice». Su questa pista, il miglior risultato di Ghedina è stato il terzo posto del 1995, il suo anno d’oro, poi una serie di magre venute a chiudere gare disputate sempre controvoglia. «Stavolta il segreto - ha spiegato Ghedina - è che sono riuscito a tenere alta la concentrazione, ma contemporaneamente a sciare in scioltezza, libero da pressioni. Quasi quasi, dopo l’Olimpiade continuo e non mi ritiro, vorrei vincere, l’anno prossimo, in val Gardena».
Ma in gara c’era anche Miller, che il giorno prima aveva costruito una caduta spettacolare, con rotazione a 100 chilometri orari e faccia sbattuta violentamente contro un palo e conseguente labbro inferiore rotto e tre denti traballanti. Bode ha gareggiato come se non fosse accaduto niente, ha infilato un paio di errori e, dopo aver superato indenne il salto della Rocca dove era caduto alla vigilia, si è piazzato in un - considerate le circostanze - onorevole nono posto.
Le donne hanno invece chiuso l’anno a Lienz, con lo speciale vinto dall’austriaca Schild, davanti alla connazionale Hosp e alla croata Kostelic.

Migliore delle azzurre Chiara Costanza, decima, mentre l’attesa Manuela Moelgg, ottava il giorno prima in gigante, è uscita di pista.
Dopo la sosta per Capodanno e in attesa dell’Olimpiade di Torino, le gare di Coppa riprenderanno il 7 e l’8 gennaio ad Adelboden: sono le gare tra i paletti, quelle che piacciono a Blardone e Rocca.

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