Non si placano neanche nel centrodestra le perplessità e le polemiche sulla proposta-provocazione del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia (nella foto) di più dialetto nelle fiction e in generale di più attenzione della Rai alle lingue locali. Ieri sul tema è intervenuto con una nota il vicepresidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli: «La battaglia del ministro Luca Zaia per una Rai dialettale è unoffesa alle sue grandi qualità politiche e personali. La Rai ha rappresentato per alcuni decenni lunico cemento linguistico in un Paese, come ricordava Pasolini, da sempre ostile alla lingua di Dante. Zaia è più giovane di me e forse non può ricordare il maestro Alberto Manzi quando con il suo programma Non è mai troppo tardi rese familiare la lingua italiana a milioni di persone abituate soltanto al dialetto. Perché devo prendere un temporale a Taormina a causa di previsioni del tempo lette in siciliano o essere sorpreso da una nevicata in quota perché non conosco il lombardo?». Pronta la replica del ministro: «Mi permetto di ricordare a Napoli che negli archivi Rai cè stato spazio per Gilberto Covi, Eduardo de Filippo, Turi Ferro e tante altre importanti produzioni in lingua.
Oggi la questione politica è unaltra, non è macchiettistica e nemmeno localistica, ma riguarda luso di denari pubblici al servizio dei territori. Un fiero rappresentante della comunità piemontese quale è lui, e che per anni ha lavorato allAnci in questa battaglia potrebbe essere serenamente dei nostri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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