Rai, per Santoro la mafia è «bianca» Processo a Cuffaro senza l’accusato

Ad Annozero va in onda un documentario del 2005 sulle collusioni della politica siciliana con Cosa nostra

da Milano

Siccome il filmato originale dura 118 minuti, e siccome Michele Santoro tiene all’indice di ascolto, del famoso e discusso documentario su mafia e sanità va in onda soltanto una parte. Annozero ha stralciato l’atto di accusa contro Totò Cuffaro, l’ha sezionato, e ieri sera ne ha trasmesso un florilegio mirato di circa un’ora. Ci sono le intercettazioni del presidente dimissionario della Sicilia che dà del «tu» all’imprenditore Michele Aiello, e anche quelle tra il delfino di Cuffaro, Domenico Miceli, e il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro, medico chirurgo. Tutti personaggi che sulle spalle hanno almeno una condanna in primo grado per reati legati alla mafia.
Ci sono le immagini di Villa Santa Teresa, clinica di lusso che secondo le accuse sarebbe stata costruita da Aiello con i capitali di Cosa nostra. Ci sono accenni alla moglie di Cuffaro e le interviste ai medici che denunciano il disagio di operare in una struttura sanitaria edificata da un boss, ma a cambiare datore di lavoro proprio non ci pensano. Ci sono le chiacchiere intercettate sulle candidature alle regionali del 2001; si parla di pizzini. «La mafia è bianca», appunto: bianca come i camici dei medici, le camicie dei politici e gli ex Dc come Totò il dimissionario.
C’è anche il trucco: il reportage parte con le immagini del tribunale che ha condannato Cuffaro in primo grado a cinque anni. Sequenze di due settimane fa, che dunque nell’originale di «La mafia è bianca» non potevano esserci: ma anch’esse vengono spacciate come parte del «film proibito» e accompagnate dalla musica ammiccante di Nicola Piovani. E c’è il solito vittimismo di Michele Santoro: «Siamo come ai tempi dello sgretolamento dell’Unione sovietica, quando si vedono cose mai viste». Eppure il documentario è un dvd in commercio dal 2005, pubblicato da Rizzoli allegato a un libro.
Altra recriminazione sulle polemiche della vigilia per la mancata presenza di «Totò vasa vasa». «Sono disposto ad andare a Palermo quando Cuffaro vorrà - promette Santoro - ad ascoltare le sue considerazioni e lui le mie. Potrà dire quello che vorrà e io fornirò le mie repliche. Sarà di grande interesse per tutto il mondo della comunicazione, chiederò alla Rai una liberatoria particolare per cedere le immagini a chiunque sia interessato. Compreso il network Europa 7». E giù una tirata sulla sentenza europea «che ha sfavorito alcuni e protetto le posizioni dominanti di altri». Così è servito anche Silvio Berlusconi. «Per fortuna c’è un giudice a Berlino - sentenzia Santoro - e nessuno ne ha chiesto il trasferimento».
Nello studio di Annozero gli ospiti politici sono tre: Michele Vietti, numero due dell’Udc (il partito di Cuffaro), Gianni Alemanno di An e il ministro radicale Emma Bonino. Due di centrodestra contro uno di centrosinistra: Santoro risponde così all’assenza di Cuffaro. Più che la Bonino, è Marco Travaglio a vestire la toga del pubblico ministero. Ma le immagini costringono tutti a un silenzio prolungato.

Le uniche schermaglie avvengono a inizio trasmissione, quando Santoro sollecita un giro di opinioni sulle prospettive di Franco Marini. E il dibattito sul filmato? E la difesa di Cuffaro? Rinviata alle dieci e mezzo di sera: quando i bimbi sono a letto e i telespettatori hanno già cambiato canale.

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