Gianandrea Zagato
Suggeriscono «una profonda riforma dellassetto organizzativo e strutturale della Rai». Raccomandano «una nuova strategia editoriale che veda protagoniste anche le risorse professionali delle sedi del Nord». E sconsigliano lazienda di viale Mazzini a «oscurare e ignorare la complessità delle profondissime trasformazioni che in ogni settore della vita sociale hanno origine proprio al Nord, per poi diffondersi in tuttItalia».
Note che pongono la «questione settentrionale» firmate da una quarantina di giornalisti, dirigenti e lavoratori della sede Rai di corso Sempione e inviate ieri al presidente Claudio Petruccioli. Avviso a nome e per conto di «gran parte del pubblico del Nord» evidentemente «insoddisfatto nei confronti dellinformazione e dei programmi» che sono «pensati, diretti e gestiti a Roma dai vertici di reti e testate, senza alcun coinvolgimento creativo né alcuna autonomia produttiva delle sedi e dei centri di produzione delle regioni settentrionali». Richiesta di attenzione condivisa «in pieno» da Riccardo De Corato (An) che preannuncia uninterrogazione parlamentare al ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi «dove riprendo tutte le questioni sollevate» poiché «Milano e la Lombardia non possono non essere protagoniste anche nei palinsesti nazionali e avere un ruolo centrale nella definizione delle strategie editoriali Rai».
Valutazione confermata anche da Forza Italia con un intervento di Guido Podestà: «Potenziare la sede Rai di Nord Italia non è solo è unoccasione per Milano e la Regione ma per lItalia intera». Come dire: «È un contributo alla trasformazione dellarea metropolitana in capitale europea della comunicazione». Lettura sottoscritta «in pieno» da Ombretta Colli: «Da presidente della Provincia, nel 2003, avevo promosso serate in piazza Duomo per festeggiare il ritorno di Raidue a Milano, almeno secondo le indicazioni di allora dei vertici Rai.
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