Raikkonen vince alla "Vale" Ferrari, doppietta mondiale

Massa secondo e seccato. Montezemolo, dopo la conquista del trofeo costruttori: "E' dedicato al gentleman inglese che ci segnalò le fotocopie finite alla McLaren". L'ad Fiat Marchione: "Meritiamo di vincere sempre"

Raikkonen vince alla "Vale" 
Ferrari, doppietta mondiale

Spa-Francorchamps - Più della doppietta, fu la dedica. «A quel gentleman inglese che in giugno ci ha informato che qualcuno legato ai nostri avversari entrò nel suo negozio e gli chiese di fotocopiare dozzine di pagine di informazioni tecniche sulla nostra macchina. Senza di lui sarebbe stato impossibile portare alla luce una delle pagine peggiori nella storia della F1». Firmato, il presidente Luca di Montezemolo.

Prima, nel verde delle Ardenne, c’era stato l’uno-due ferrarista, con Raikkonen assoluto dominatore, con Massa e i suoi denti per tutta la gara conficcati negli stinchi del finlandese. Prima, la spy story invadente era stata per qualche tempo messa da parte, grazie al breve ma intenso duello durato tre curve, ma che curve, nobilitate com’erano dalla mitica Eau Rouge. Trecento e passa all’ora, Alonso ed Hamilton ruota a ruota subito alla prima staccata e poi lungo quella Scala del motorismo e del coraggio chiamata, appunto, Eau Rouge. Due pit a testa per i quattro rivali, qualche errorino qua e là, et voilà: doppietta Ferrari, quarta vittoria di Raikkonen in rosso, la terza di fila sul circuito belga, Massa secondo e scontento. Quindi Alonso a podio e per la terza volta consecutiva davanti ad Hamilton (e sarebbero state cinque senza la spiata di Lewis in Ungheria). E poi e soprattutto, per questo Cavallino tormentato dalla spy story, ecco conquistato il quindicesimo mondiale costruttori, il primo del dopo Schumi, il primo vinto anche in aula (la doppietta di ieri glielo consegna aritmeticamente).

Non c’è il presidente tifoso Luca di Montezemolo, ma ci sarà virtualmente con la dedica a metà tra l’ironico e il sacrosanto. C’è però l’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne: «Sono veramente contento di questo risultato... Quello di Parigi (il processo, il verdetto contro la McLaren, ndr)? È un risultato che riflette un certo grado di giustizia. Con questa vittoria abbiamo dimostrato le capacità tecniche della Ferrari, dei piloti. Sono orgoglioso di questa squadra. È una vittoria da coccolare e cullare. Sono senza pullover? Per la Ferrari lo tolgo... tifavo per la Rossa da quando ero bambino. Alonso? Parliamo dei nostri piloti, loro hanno vinto questa gara e questo campionato. Meritano di vincere sempre. Gli voglio bene».

Da notare: alla fine, l’unico, in tutta la truppa rosso vestita, a parlare apertamente di mondiale costruttori vinto, il quindicesimo, sarà proprio Marchionne. Tutti gli altri eviteranno per via del possibile appello del team inglese contro la sentenza parigina. Piedi per terra, palla lunga e pedalare. Non si sa mai.

Esulta Kimi, intendiamoci, alla sua maniera, senza il minimo movimento facciale: «Sono felice, perché mi sono avvicinato alla vetta (97 punti Hamilton, 95 Alonso, 84 Raikkonen, 77 Massa), perché sapevo che eravamo più forti di quanto mostrato a Monza, perché forse al Fuji, fra quindici giorni, non saremo i favoriti, ma le ultime due gare ci sono congeniali. La terza vittoria di fila sul circuito più difficile? Mi rende fiero. Spa è la mia pista preferita, lo era ancor prima che giungessi in F1. Lotterò fino all’ultima gara, questo è sicuro». Mimica a parte, Raikkonen è davvero contento: «Il testacoda con fumata delle gomme fatto appena tagliato il traguardo? Ma no, mi era sfuggita la macchina (accenna un sorriso)...». Quindi sincero: «Ho sempre desiderato tanto farne uno e qui c’era molto spazio per cui era più facile riuscirci. E poi era la seconda gara del nostro motore, per cui non si provocano danni se gli si rende la vita più difficile».

E via così, con Raikkonen che fa il verso a Valentino Rossi, e con Massa che fa il verso storto perché di aiutare il compagno proprio non se ne parla: lo dimostra la gara sempre vicino al compagno. «Sono partito bene, poi ho avvertito del sovrasterzo. Peccato. Forse avrei dovuto puntare di più sulle gomme morbide anziché le dure...

Ovvio, avrei preferito vincere io... Se mi sento ancora in lotta? La matematica dice che ci sono ancora e nelle prossime gare attaccherò ancora il mio compagno. La bellezza di questo sport è che può succedere sempre di tutto».

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