«Ramadan, in via Padova pregheremo in strada»

Una «viale Jenner 2». È il centro islamico di via Padova che lo paventa, annunciando di non avere più all’improvviso una sede per il mese sacro di Ramadan. Infatti la palestra comunale di via Cambini, chiesta al Comune e Milanosport oltre un mese fa, alla fine per loro è risultata troppo costosa (prima 20mila, poi 13mila euro), ma soprattutto inutile per via di un limite massimo imposto dal certificato di agibilità: 200 persone. Un numero troppo basso, che non risolve le esigenze della comunità islamica in un quartiere sempre più invaso da immigrati di religione musulmana. I dirigenti del centro islamico si aspettano infatti un’affluenza quotidiana di un migliaio di persone e assorbirne solo un quinto nell’impianto non basta. I responsabili del centro - considerato un modello di dialogo interreligioso - si dicono «turbati». Ora in via Padova si apprestano a fare ancora i turni nella sede, ma chiedono: «Se chi non riesce a entrare si mette fuori a protestare?».


Ma il Comune non accetta le minacce: «Vadano anche loro al Ciak, o facciano quello che vogliono - risponde secco il vicesindaco Riccardo De Corato -, il Comune ha fatto il suo dovere. Il limite massimo è imposto da ragioni di sicurezza. Se accadesse qualcosa chi si prenderebbe la responsabilità?».

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