da Milano
Cantante melodico e custode della tradizione popolare napoletana (gli ultimi due cd, amatissimi dalla critica, sono Accussì grande e Nun è acqua), regista di opere come Pagliacci e Cavalleria rusticana, attore teatrale e di cinema. Ma chi è Massimo Ranieri? «Per rispondere prendo in prestito le parole del grandissimo Totò: sono un operaio dello spettacolo, alla bisogna sono pronto». È contagioso lentusiasmo di Ranieri, sempre alla ricerca di nuove frontiere. Da stasera infatti lo vedremo - nellinedita veste di attor comico - nella nuova serie di Camera café (su Italia 1 alle 21) - accanto Luca e Paolo. «È unesperienza divertentissima - racconta Ranieri -; amo confrontarmi con me stesso. Tutti mi conoscono come attore drammatico o tragico per le mie origini napoletane-arabo-greche. Invece mi è piaciuto entrare in questo gruppo di pazzi che ricorda il vero varietà, o meglio lo spirito dellavanspettacolo che ormai va scomparendo». Nessuna paura o tantomeno disagio quindi. «Quando il produttore Christophe Sanchez mi ha chiamato e mi ha detto: vuoi divertirti pensavo scherzasse. Poi sono entrato nel gruppo e mi sono sentito subito a casa. Luca e Paolo hanno capito che Camera café non era il mio pane e mi hanno messo subito a mio agio. Siamo diventati una piccola-grande famiglia in cui siamo tutti fratelli, tutti seduti attorno a un tavolo a decidere cosa fare o non fare in piena libertà. Anche questo è un modo di recitare». Si preannuncia un anno di Ranieri per tutti i gusti; in questi giorni è «emigrato» al Nord, a Varese, dove sta girando da protagonista una nuova fiction per Mediaset. «È lavventura di un imprenditore tessile del varesotto. Un ex operaio che diventa titolare dellazienda in cui lavora dopo aver sposato la figlia del proprietario». Naturalmente non abbandona le canzoni.
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