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Ranieri paga l’effetto Mou: la rincorsa finisce a Lecce

Nerazzurri spreconi, stregati da Benassi, l’uomo mascherato. Gioco lento, Sneijder così non va. Il tecnico Ranieri: "Pensiamo al 3° posto"

Ranieri paga l’effetto Mou: la rincorsa finisce a Lecce

Sarà stata l’influenza del SuperIo di Mourinho? Non poteva accettare la lesa maestà da Claudio Ranieri? Così è se vi pare. L’Inter ha fallito l’ottavo successo consecutivo (appunto Mou arrivò a otto), quello che l’avrebbe riportata all’età del Triplete e spalla a spalla con l’Udinese. Flop che più flop non si può. Sconfitta che riapre ferite. Non tanto per quello che ha detto il campo, quanto per quello che dirà il campionato. Ranieri è stato onesto: «Pensiamo solo al terzo posto. Ora viene il bello e il difficile». Ieri è stato il brutto e per certi versi l’impossibile. Un portiere in maschera ha stregato ogni pallone ed anche la mira nerazzurra. I guardalinee hanno avuto vista acuta e tanto perfetta da mettere in soggezione perfino la moviola. L’Inter ha snocciolato una mitragliata di tiri (15 contro 5 del Lecce) e ne è uscita affondata da un agguato di Giacomazzi, che doveva aver ben studiato le divagazioni difensive nerazzurre.
Stavolta Ranieri ha messo del suo. L’idea di schierare subito Sneijder è affondata nell’incapacità della squadra di sorreggere un centrocampo troppo leggerino. L’olandesino ha provato guizzi e ghiribizzi per una mezzoretta, ma la squadra si è allungata, non si è tenuta stretta secondo la formula che aveva dato frutti. Ora anche il tecnico comincia a pensare che Sneijder possa giocare solo da seconda punta. Il Lecce ha capito al volo i punti deboli e si è fiondato sulle fasce laterali con Cuadrado e Muriel nella parte delle siluranti. Non è difficile penetrare nella difesa nerazzurra, anche ieri sgretolata dalle disattenzioni di Lucio e Maicon. Eppure l’Inter poteva perfino stravincere, le occasioni ci sono state, contate tre nel giro di quattro minuti nel primo tempo. Milito, dopo dieci minuti, ha mal sfruttato una palla rubata dai piedi del portiere che si era impaperato. Samuel ha colpito un palo nella ripresa. L’arbitro ha annullato i gol di Cambiasso e Milito per la vista acuta del suo guardalinee. Pazzini si è visto schiaffar via due palloni da Benussi che già urlavano gol: replica di due interventi del primo tempo che gli avevano lucidato la fama. Giacomazzi ha salvato davanti alla porta una conclusione del Principe. Insomma tanta carne al fuoco, poi fatta tutta bruciare.
L’uomo mascherato ha messo paura, comunque ha stregato i goleador. Benassi oggi finalmente ha raggiunto la miglior fama calcistica, dopo essere finito nel minestrone dei giocatori tirati in ballo per l’ultimo calcio scommesse. Questo è stato un bel modo per far vedere quanto vale: mani e riflessi d’oro. Soprattutto se pensiamo che, fino ad oggi, il Lecce aveva subito 36 reti in 19 partite, peggior difesa del campionato contro uno dei migliori attacchi ed anche una delle miglior difese.
Ma il calcio è fatto anche per sconfiggere l’ovvio. Contro il Lecce a San Siro, nel recupero della prima giornata, era stata ritrovata la vena dei cannonieri nerazzurri. Contro il Lecce si è inaridita. La squadra di Cosmi ha provato a giocare con penetrazioni veloci: ha costretto Julio Cesar a due interventi importanti, Cuadrado ha imperversato sulla destra, Muriel prendeva tre metri ad ogni scatto. Inter troppo lenta nel giocare e poco rapida nell’interpretare i pericoli. Ha rischiato ed ha pagato sul finire del primo tempo quando aveva già sprecato troppo. Ha cercato di cambiare faccia e gioco (Alvarez dentro per un più canonico 4-4-2) ma ha riportato tutti ai difetti costituzionali: squadra diesel, senza nessuna fuoriserie, tanta forza atletica e meno qualità calcistica. É mancata la fantasia, Sneijder continua ad esser a mezzo servizio. Di tanto in tanto si intravvedono più nervi che giocare nervoso. La conclusione tirata da Ranieri non fa una grinza: «Il portiere si è gasato sempre più e noi ci siamo innervositi sempre più. La differenza fra noi e la Juve? Guardate i punti, ognuno ha quello che si merita».

E l’Inter si merita l’olandesino, visto che non è riuscita a venderlo.

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