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Ranieri: «Quello tira bombe» Mou: «Lui è un perdente»

Macché Napolitano! Qui non li fermerebbe neppure Nerone. Roma-Inter non finisce più. Ranieri-Mourinho un giorno finirà con un duello (duello vero, mica a parole) in un’alba nebbiosa. La lista delle liti fra i due è lunga e pesante, come i botta e risposta. Mou era stato sgradevole in diverse occasioni. Ma stavolta c’è una novità: il provocatore è stato Ranieri. Davanti ad una domandina senza veleno: Mourinho è un fenomeno? Il tecnico della Roma si è fatto prendere dall’ansia di vendetta. «Fenomeno quello? Macché siete voi che lo fate diventare tale. È un buon allenatore e mi fermo qua». Valutazione che ogni giornalista, con un minimo di cultura sportiva e capacità di intendere, potrebbe sottoscrivere. Poi ci sono quelli che sbavano, ma è un problema loro.
Ecco, ma tanto è bastato per far riesplodere in Mou la belva che è in lui. Un invito a nozze e Ranieri è finito infilzato come un pollo. Bisogna aver stoffa. E in questi casi il portoghese è un fuoriclasse. Basta l’ultima frase di un discorsetto dettato da Berlino, all’ufficio stampa dell’Inter, per immaginare la deflagrazione che avrà provocato al fegato del povero Ranieri. «Non ho mai detto di essere un fenomeno, però non è certo colpa mia se, nel 2004, dopo essere arrivato al Chelsea e aver chiesto perché stavano cambiando Ranieri, mi hanno risposto che volevano vincere e con lui non sarebbe mai capitato».
Ci sarà un giudice a Berlino? Sì e si chiama Mourinho, che ieri è corso a vedere il Bayern vincere lo scudetto contro l’Hertha (3-1) e si è ispirato su tutto il fronte. In realtà, il tecnico interista non aveva voglia di creare altri polveroni, ma due battute di Ranieri gli hanno fatto strabuzzare gli occhi. «Quelle di Mourinho sono bombe ad orologeria. È troppo facile sentirsi gruppo dando l’impressione di essere attaccati da tutto e da tutti. Io sono diverso da Mourinho e questo è un calcio che non mi piace. Non so dove arriveremo continuando così. Mi piace vincere in un altro modo». Mou ha chiamato Milano, concordato con Moratti e Branca l’intervento difensivo, eppoi via con la penna fumante come una colt. A Mou non erano sfuggite alcune battute-confessioni di fine partita tra i giocatori romanisti e quelli dell’Inter: «Voi avete vinto la coppa, noi abbiamo guardato il Gladiatore». Ed ha rispedito al mittente. Con una premessa. «La Roma mercoledì avrebbe dovuto terminare la partita in sei, visto e considerato che Mexes, Totti, Perrotta, Taddei e Burdisso hanno fatto il necessario per meritare le sanzioni che non gli avrebbero permesso di restare in campo».
Poi l’attacco a tutto campo. «Oggi si è parlato di come si motivano i giocatori. Lo si fa tutti i giorni con il lavoro del gruppo... Non lo si fa certo facendo vedere un film alla squadra prima di una finale di coppa. I giocatori sono professionisti seri, non vanno trattati come bambini. Se prima di una partita metto la squadra a guardare “Il gladiatore” i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chiedendogli se sono malato». E dall’azione dinamitarda (tanto per stare in tema) alla lezione il passo è stato breve. Mourinho ha raccontato come prepara le partite. «Non credo di essere un fenomeno ma lavoro tanto. Non ho mai pianto, sempre lavorato duramente... Ho visto sei partite della Roma per trovare i punti deboli, lavorandoci 18 ore, perché ogni partita sulla quale lavoro al computer mi impegna 3 ore. E dopo ho passato altre ore, selezionando le parti che mi servivano... Certo, è più facile scegliere un film da proiettare, ma Ranieri ha dimenticato che i suoi giocatori sono campioni, non bambini».
Finita qui? Boh! Vedremo oggi, l’Inter potrebbe anche vincere lo scudetto ma nessuno se n’è preso cura. Ranieri pensa ancora a Totti. Mou pensa a tutto, anche se oggi non avrà Sneijder. Mou si è chiuso nel silenzio. Ranieri ha cercato di sollevare il suo capitano da qualche peso. Totti razzista, dice l’agente di Balotelli? «Macché», replica l’allenatore. «Chi lo dice non lo conosce. Totti ha perso la testa, ma è umano. Ogni padre vorrebbe un figlio come lui. Lo vogliono denigrare e non merita tutto questo». Vedendo dove stiamo arrivando («Ci hanno visto all’estero e tutto questo non ha fatto grande pubblicità al calcio italiano») Totti è stato devastante quanto le bombe di Mourinho. Ma Ranieri lo difende, per fede e per ragion di Stato. Balotelli deve aver alluso ad una romanità non precisamente apprezzabile. Ed allora Ranieri ci si è ficcato in mezzo. «Io e Totti abbiamo parlato, da romano a romano, ha sbagliato, è una cosa umana, ora andiamo avanti». Con tiratina d’orecchi a Lippi, che certamente non risponderà alla Mourinho. «Francesco non sarà convocato per i mondiali? Meglio, serve alla Roma. Io e lui siamo per la Roma, per un calcio bello e pulito fatto di pensieri positivi».
Sì, avete capito: l’ultima allusione è per i pensieri di Mourinho circa il premio vittoria al Siena. E tutto rischia di diventare stantio, come un film visto prima della partita. Se poi i gladiatori sono altri. L’Inter e l’interessato si sono innervositi per il deferimento. Ed ora l’idea che Mourinho possa essere un po’ più lontano dall’Italia allieterà il fegato di Ranieri. I bookmakers danno per quasi fatto il passaggio di Mou al Real Madrid: quotano a 1,40 il trasferimento al Real e a 6,00 la permanenza all’Inter. Forse il bombardamento del tecnico portoghese sta per finire.

In realtà l’Italia del calcio ha già troppi veleni per sopportare un avvelenatore quotidiano. Già, e se all’Inter arrivasse Rafa Benitez? Semplice, il tiro si sposterebbe tra Milano e Torino. Non è cosa nuova. Mou parte, l’Inter resta. Anche nelle polemiche. Dev’esser l’aria di Appiano e dintorni.

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