Vasta eco a Roma per lintervista di Ranieri allEspresso. Si diceva così ai tempi ma anche adesso. Vasta eco di che cosa? Perché Ranieri Claudio, subito emigrato sullisola della regina dove si sta divertendo come osservatore della premier league, ha detto le cose che molti, tra giornalisti e tifosi, dicevano e scrivevano e opinavano sulla Roma, da Totti a Burdisso, da Pizarro agli americani e al resto della comitiva. Ranieri è colpevole di avere parlato, adesso. Avrebbe dovuto fiatare prima, questa la tesi tipica del nostro repertorio. Ma prima Ranieri era un dipendente della Roma, dunque da aziendalista ha cercato di mediare e di rimediare, trovando scarsissimo conforto, anzi percependo londa anomala che lo stava sommergendo da ogni dove, dopo i coriandoli della passata stagione. Ovviamente il responsabile del fallimento è lui, così come Delneri o Delio Rossi, Lerda o Benitez, tutti tranne Mourinho che, invece, è innocente a prescindere.
Claudio Ranieri ha commesso errori e omissioni, ne è consapevole, sa che in alcune occasioni meglio avrebbe fatto a non utilizzare certi giocatori, meglio avrebbe fatto la società a riportare la disciplina. Le sue dimissioni sono un atto coerente, agevolato da uno stato di benessere che non è un reato, non è una colpa anche se le invidie e le gelosie, per i denari altrui, vanno via come il pane.
Uscito Ranieri è immediatamente scattata loperazione simpatia per Vincenzo Montella che, dopo leuforia del brindisi, si ritrova con la stessa emicrania del predecessore perché sono i calciatori a far grande una squadra e non viceversa, come la cultura (si fa per dire) contemporanea impone, non avendo altro da occuparsi se non di kamasutra tattico.
Ranieri racconta: «Totti nella Roma è un uomo solo»
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