Quando il consigliere di maggioranza Eugenio Brasey (Fi) si alza in piedi, nell'adunata di mercoledì sera è quasi l'una di notte. Sulle facce degli altri consiglieri del Comune di Rapallo è evidente la preoccupazione che si replichi il palcoscenico di lunedì con il consiglio comunale iniziato alle 21 e terminato alle 7 di martedì. Dieci ore di ragionamenti, distinguo, mozioni d'ordine e di sentimento inframmezzati da interventi per «fatto personale», allorquando qualche consigliere si sentiva ferito dalle parole di qualcun altro. Quando mercoledì il consigliere Brasey inizia a parlare, si sono già consumate quattro ore di discussione e si sta esaurendo il primo dei due argomenti posti all'ordine del giorno: l'esame della sentenza del Tar che ha annullato per irregolarità procedurale il bilancio del Comune. La sentenza, però, è stata sospesa dal Consiglio di Stato e il segretario comunale, Roberto Capobianco, ha spiegato che in questo modo il Comune ha vinto, visto che quando, nel 2009, arriverà la decisione definitiva «saremo nel nuovo anno finanziario e quindi il bilancio impugnato (dall'ex sindaco Ezio Armando Capurro insieme al consigliere Gualtiero Di Carlo, ndr) non sarà più efficace».
Quando Brasey inizia a proporre la sua visione delle cose all'assemblea nel pieno dello scontro politico sulle parole di Capobianco, lo fa partendo dal commercio del sale come fonte di vita che ha segnato la storia, «come nel caso delle vie carovaniere lungo il deserto del Sahara realizzate per scambiare il sale del Mediterraneo con l'oro dell'interno». I consiglieri dei due schieramenti si guardano insofferenti per quella introduzione che non accenna a finire. Fino a quando Brasey porta il discorso su Rapallo caratterizzata, secondo il relatore, da una tradizionale «mancanza di sale che ha motivato il detto Golfo dei nesci» che il consigliere propone addirittura di inserire nel gonfalone. L'offesa ai colleghi è niente rispetto alle reazioni. Proteste, insulti.
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