Paola Setti
E chi lavrebbe detto mai, che Marta Vincenzi un bel giorno si sarebbe ritrovata a dire «Sandro Biasotti non mi avrebbe riservato questo trattamento», lei che gli rimandava unodiosa malsopportazione a ogni occhiata quando lui governava la Liguria. E invece eccola lì, a rivangare di quando Sandro la chiamò per congratularsi con lei, leuroparlamentare da 250mila voti, il giorno dopo lelezione. E a meditare che lui sì, lavrebbe avvertita se fosse andato a Bruxelles, le aveva pure detto che Casa Liguria era a sua disposizione. Naturale che scatti il confronto, ecco. Perché invece, Claudio Burlando il nuovo presidente della Regione è incappato in un brutto scivolone diplomatico con Marta, che pure è la donna più votata del suo partito, i Ds.
Lei, la notizia che lui sarebbe stato a Bruxelles ieri lha dovuta avere di terza mano, da un componente del suo staff che lo ha saputo per puro caso da un giornalista. E lincidente sè aggravato quando, invece di chiamarla per inventare una scusa, chessò, «ho perso la cognizione del tempo per colpa della maratona notturna in consiglio regionale», oppure «avevo detto di avvertirti che arrivavo ma devesserci stato un disguido», le ha fatto telefonare da Laura Canale la dirigente dellufficio Affari internazionali di De Ferrari. La quale dottoressa Canale, come se stesse parlando con una europarlamentare qualsiasi, le ha recapitato linvito a partecipare, ieri sera, a un cocktail, al termine di una serie di incontri istituzionali cui il presidente avrebbe partecipato da solo, cioè senza di lei. Nemmeno il piacere di fare gli onori di casa, insomma.
Dicono i collaboratori di Marta che sì, subito sè adirata, ma che poi le è passata. Al cocktail? No, non ha partecipato, ma mica per ripicca: «Aveva già fissato da tempo una cena con Federalimentari e ha scritto a Burlando una lettera cortese per declinare linvito». Lincontro riparatore, cui Burlando dovrà presentarsi forsecon 250mila rose rosse, tante quanti i voti di Vincenzi, è fissata per stamattina alle 10 al Parlamento europeo. «Sarà un colloquio sereno» giurano dallo staff di Vincenzi, il che significa che la questione della candidatura a sindaco delleuroparlamentare dovrà essere al massimo sfiorata. Perché lì, anzi qui, a Genova, è già guerra.
Marta non ha mai nascosto di volersi candidare per il post Pericu, e i Ds non hanno mai nascosto di non pensarci neppure, a candidarla. E adesso spunta un nuovo scoglio. La Margherita infatti non solo rivendica la poltrona del primo cittadino ma pensa proprio a una donna.
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