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Rapinata coppia di anziani Donna uccisa a bastonate

Due malviventi sorprendono nel sonno due coniugi ad Afragola. Legati, imbavagliati e poi picchiati. Rubati contanti e preziosi per 50mila euro. La disperazione del marito

Rapinata coppia di anziani 
Donna uccisa a bastonate

Afragola - Sono tempi feroci. Senza pietà. Qui c’è da aver paura anche tra le mura di casa, nel rifugio dove l’uomo, da sempre, si è sentito sicuro, protetto, con le spalle coperte. Non è più così. Nemmeno 48 ore dopo l'omicidio del tabaccaio, Francesco Gaito, ucciso a Sant'Antimo per settemila euro, le belve hanno provocato un altro lutto. Due notti fa, poco dopo le 2,30, ad Afragola (comune a nord di Napoli), due malviventi sono entrati nell'abitazione di una coppia di anziani coniugi, per fare razzia dei loro risparmi. Ed hanno ucciso, ancora una volta. Vincenzo Funicola, fruttivendolo ambulante in pensione e Teresa Luongo, entrambi di 69 anni, inermi e malandati fisicamente, sono stati imbavagliati, legati e picchiati dai banditi, resisi irriconoscibili, con due passamontagna calati sui loro volti. Alle botte e forse anche al bavaglio, che le ha impedito di respirare correttamente, non ha resistito la povera Teresa: l'anziana era già morta quando sono arrivati i soccorritori.

Le belve sono entrate facilmente in casa dei Funicola, una palazzina a un piano, in via Lucania. Si sono arrampicate su un palo della luce, sciaguratamente piantato a pochi centimetri dal balcone e sono saltati dentro. La porta era aperta, per consentire a Teresa, sofferente d'asma, di respirare meglio. I banditi hanno fatto irruzione in camera da letto e, da quel momento è iniziato l'incubo, durato circa mezz'ora, di marito e moglie. I due criminali si sono subito accaniti su quelle due vite indifese, picchiandole con pugni, calci e con il bastone che l'anziana usava per sorreggersi. Il fruttivendolo ha appena provato a reagire, forse ha allungato unamano verso il volto di uno dei due banditi, gente senza pietà, che ha continuato a pestarlo. Poi, li hanno legati mani e piedi e chiuso la bocca, con il nastro adesivo e lasciati sul letto.

Da allora è iniziata l'agonia di Teresa, che in una ventina di minuti l'ha portata alla morte, mentre, spietati, i banditi, rovistavano in tutta la casa, alla ricerca del piccolo tesoro. Per mettere fine all'assalto, è stato lo stesso fruttivendolo a indicare agli aguzzini, il luogo dove erano nascosti i soldi: nell'armadio, camuffati tra gli indumenti. Arraffato il denaro (circa 50 mila euro), e gli oggetti preziosi, tra i quali, gli anelli e i braccialetti, che Vincenzo aveva donato alla sua Teresa, in oltre quarant'anni di unione felice, le belve sono fuggite. Per fortuna, hanno lasciato impronte digitali e orme dappertutto: «materiale interessante» che adesso i carabinieri e il Racis, stanno esaminando. Fuggiti gli assassini, Funicola è riuscito a liberarsi dal nastro adesivo e a dare l'allarme alla figlia Anna.

È stata la donna ad avvertire i carabinieri e il 118. Il padre è stato portato all'ospedale San Giovanni di Dio, a Frattamaggiore: le sue condizioni, nonostante le percosse, non sono gravi. Ma, è sotto choc e, ancora non sa, che la moglie è stata uccisa. Orribile lo scenario balzato agli occhi dei soccorritori: sangue dappertutto, sul letto, sul pavimento, persino sul balcone. Gli investigatori ritengono che i malviventi sapessero bene che in casa Funicola c'erano soldi, tanti soldi, messi da parte da Vincenzo, in più di cinquant'anni di onesto lavoro di fruttivendolo.

Quei soldi, che dovevano servire a garantire a lui e alla moglie, una vecchiaia dignitosa e serena, invece, sono finiti nelle tasche di due spietati assassini, che li spenderanno per comprare moto di grossa cilindrata, droga, abiti firmati. I carabinieri hanno interrogato Funicola, nel suo letto dell'ospedale. «Era ancora sotto choc, non era in grado di darci indicazioni precise sull'accaduto», dice un investigatore. A quanto pare, i due malviventi, non avrebbero mai parlato durante l'assalto alla casa dei Funicola, difficile quindi, stabilire se fossero italiani oppure stranieri.

carminespadafora@libero.it

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