NapoliLe belve di Napoli non si sono fermate nemmeno davanti a una donna disabile, immobilizzata nella sua carrozzina: l'hanno picchiata e rapinata della pensione, che poco prima aveva prelevato all'ufficio postale. La vittima non ha retto allo choc: è morta d'infarto.
Scenario di questa barbarie che sembra senza fine, è Casandrino, comune a nord di Napoli. Felicia Castaniere, 50 anni tra pochi giorni, com'era sua abitudine, si è recata nella tarda mattinata di ieri, all'ufficio postale di via Borsellino, per ritirare la pensione, circa 2 mila euro. Una volta incassato il denaro, si è allontanata ma, dopo pochi metri, dallo specchietto retrovisore della sua carrozzina, si è accorta che due giovani, a bordo di una moto, la stavano seguendo. Allora Felicia ha accelerato, per cercare di sfuggire ai due. Quando ha visto che il cortile del palazzo dove vive la cugina era ormai vicino, si è illusa di essere salva. Invece no: i due vigliacchi in moto l'hanno seguita fin dentro il cortile. Una delle due belve è scesa e si è avventata sulla disabile. L'ha picchiata senza pietà, incurante che la vittima non potesse difendersi. Il criminale le ha strappato la borsetta, poi, con un balzo è ritornato in sella alla moto ed è fuggito con il complice.
Poco dopo sono arrivati la cugina e altre persone, per soccorrere Felicia. «Va meglio adesso, se ne sono andati finalmente quei due delinquenti», ha detto la donna. Le hanno portato un bicchier d'acqua, le hanno chiesto se volesse andare in ospedale ma lei ha risposto di non averne bisogno.
Poi, i saluti: «Io torno a casa da papà», ha detto la vittima, prima di rimettere in moto la sedia a rotelle e allontanarsi. Ma, poco dopo, si è fermata, ha indugiato un attimo poi è ritornata nel cortile di via Falcone, per chiedere aiuto alla cugina. «Sto male», le sue ultime parole. Felicia ha reclinato la testa, poco dopo, il suo cuore si è fermato, fulminato da un infarto.
Felicia Castaniere era una donna buona e generosa, impegnata nel volontariato cattolico ed era una delle responsabili della sezione di Casandrino della Associazione dei disabili. «Mia zia Felicia difendeva i diritti dei disabili.
È in lacrime Alessandro Castaniere, il fratello di Felicia, consigliere comunale del Pd a Calandrino. «Non può finire cosi. Chi ha fatto questo gesto deve essere punito. Questa storia deve rappresentare un monito per tutti».
Ma, c'è anche un'altra storia, che va raccontata, in questa tragedia: lomertà contro cui deve lottare la polizia..
carminespadafora@libero.it
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