Rapinatore «non violento» preso dopo sei colpi

L’arrestato agiva con 2 compari da identificare, disarmato e sempre ai danni di Banca Intesa

Rapidi, sicuri, metodici, molto concreti e mai minacciosi. Anzi: decisamente contrari alla violenza. Sì. Una banda di tre rapinatori, un serbo e due complici quasi sicuramente entrambi italiani, in un mese ha messo a segno sei rapine in banca tra Milano e l’hinterland, raggranellando circa 100mila euro di bottino, senza mai utilizzare le armi.
Per adesso i carabinieri della sezione «antirapine» del nucleo operativo di Milano, ha individuato un primo componente della banda. Un serbo di 30 anni, Veljic Uros, che ha ricevuto il nuovo ordine di custodia cautelare a San Vittore, vito che era già in carcere per scontare un’altra pena, dopo aver rapinato una vettura. Arrivare ai due complici sembra essere però solo una questione di tempo. E neppure troppo.
Dal 23 marzo al 26 aprile di quest’anno i tre hanno rapinato solo ed esclusivamente agenzie della Banca Intesa, per l’esattezza quattro: in città hanno colpito due volte nell’agenzia di via Murat, una volta quelle di via Veglia e di via Parini, spingendosi nell’hinterland solo in un’occasione, ad Arese, quando hanno messo a segno un colpo all’agenzia di via Matteotti.
La loro tecnica era da convinti fautori della non violenza. Entrati in banca, i rapinatori (che indossavano cappellini o occhiali da sole per camuffarsi) si rivolgevano direttamente ai cassieri chiedendo il denaro. E solo in qualche occasione tenendo sottobraccio, in maniera significativa, un cliente dell’agenzia.

Non hanno mai portato via meno di 20mila euro: forse per questo avevano il pallino di un grande istituto bancario come la Intesa.
La breve avventura della banda senza armi è finita grazie alle indagini dei carabinieri, aiutati anche dai filmati ricavati dalle sequenze filmate dalle telecamere delle agenzie della banca.

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