La signorina Marlene Travers, avvenente australiana di 24 anni, sosteneva di essere stata rapita la notte dell’11 agosto 1966 a Melbourne. Secondo il suo racconto, fu condotta all’interno di un disco volante, dove - recita la sua dettaglitissima denuncia presentata alla polizia - «venne violentata da un extraterrestre alto e di bell’aspetto, che indossava un vestito metallizzato». Quando nel quartiere dove abitava Marlene si sparse la notizia del presunto «stupro alieno», in molti si dettero di gomito commentando sarcasticamente la notizia: «Altro che Ufo e navicelle spaziali, Marlene negli ultimi tempi era sempre sulla spider di un giovanotto che indossava spesso un giubbotto color argento...».
Il professor Corrado Malanga, stimato ricercatore al Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa, ha letto sicuramente il saggio Dischi volanti, qui e ora di Frank Edwards da cui è tratto il «caso Travers»; un’opera, quella di Edwards, che raccoglie le clamorose testimonianze degli «addotti» (così sono noti tra gli ufologi i terrestri che sostengono di essere stati sequestrati da essere provenienti da altri pianeti).
Ma questi signori dicono la verità o - come giurano gli «smascheratori di bufale» del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) - raccontano bugie? Il professor Malanga, 56 anni, assicura di aver messo a punto una tecnica a prova di millantatore: «Con l’ipnosi regressiva elaborata dallo psichiatra americano Milton Erickson posso scavare nella loro memoria accertando la veridicità dei racconti». Il telefono di Malanga squilla in continuazione dopo che TuttoScienze de La Stampa gli ha dedicato un’intera pagina dettagliando le modalità di una ricerca condotta su 400 individui dall’esito clamoroso: «Questi soggetti non sono mitomani o visionari, i loro racconti sono credibili». Credibile una persona - anzi, 400 persone - che sostengono di essere state «ostaggi degli extraterrestri»?
L’esperto in «Unidentified Flying Objects», i famigerati oggetti volanti non identificati, non si scompone: «Nell’ipnotizzare queste 400 persone ho riscontrato la coincidenza di vari elementi che accomunano la descrizione delle loro esperienze extrasensoriali». Tanto da permettere addirittura di delineare una serie di scene-tipo che caratterizzano le fasi del rapimento alieno: «La camera da letto improvvisamente si riempe di luce, le pareti diventano trasparenti e vieni prelevato da una forza misteriosa. Poi c’è una stanza simile a quella dove negli ospedali viene effettuata la Tac: infatti, ben presto ti ritrovi in un tubo cilindrico, talvolta immerso in un liquido, e diventi l’oggetto di una serie di operazioni decisamente non piacevoli. Al risveglio e dopo il ritorno sulla Terra, sul corpo dei “rapiti” sono riscontrabili cicatrici, bruciature e l’installazione di microimpianti sottocutanei».
Detta così - più che scienza - sembra fantascienza, e anche di quella particolarmente trash. Ma Malanga, che da 38 anni si dedica a questi fenomeni decisamente paranormali, rilancia alla grande: «Secondo i miei dati, più dell’uno per cento della popolazione italiana, circa 650mila persone, sono state rapite, analizzate e rilasciate». Ma cosa spingerebbe (mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo, ndr) un ET proveniente da chissà dove a rapire una casalinga di Voghera o un lattaio dell’Ohio? Quella di Malanga, più che una risposta, è una riflessione filosofica: «Gli alieni vogliono rubare la nostra anima, nel senso che gli attribuisce Platone. Solo così queste creature possono garantirsi l’immortalità». Roba impegnativa...
«Alcune storie sono sovrapponibili fin nei minimi particolari - aggiunge l’esperto -, ad esempio anche nelle descrizione degli alieni, riconducibili a quattro tipi diversi: un essere biondo, alto due metri e 80 centimetri, con la tuta attillata e l’occhio a pupilla verticale; un coccodrillo in piedi, con il muso da serpente e le mani palmate; una specie di mantide alta più di due metri; infine, un essere piccolo, alto un metro e 20 centimetri, con tre dita, il pollice opponibile, senza orecchie e con gli occhi grossi».
Intanto il tutto proprio mentre il governo francese ha deciso di pubblicare su Internet i suoi archivi ufficiali in tema di «avvistamenti Ufo e incontri ravvicinati di primo, secondo e terzo tipo». Il dossier si conclude con la seguente frase: «Sui 1.600 avvistamenti esaminati, solo una decina hanno mostrato la presenza documentata di Ufo o entità extraterrestri».
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