da Roma
Dieci anni fa Joseph Ratzinger aveva chiesto invano a Giovanni Paolo II di lasciare lincarico di Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede per dedicarsi allo studio dei documenti della Biblioteca e dellArchivio segreto vaticano. Ma Wojtyla non permise al suo braccio destro, che sarebbe poi diventato suo successore, di trasformarsi in «topo di biblioteca». È quanto ha rivelato ieri mattina lo stesso Benedetto XVI, nel corso della visita fatta alla Biblioteca apostolica vaticana, alla vigilia di importanti lavori di restauro che la chiuderanno parzialmente per tre anni. Il Papa ha anche annunciato la nomina del cardinale francese Jean Louis Tauran, fino a oggi Bibliotecario, alla presidenza del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e la designazione a nuovo Bibliotecario dellattuale Prefetto, il vescovo salesiano Raffaele Farina.
Nel suo discorso, Benedetto XVI ha detto: «Confesso che, al compimento del mio settantesimo anno di età, avrei tanto desiderato che lamato Giovanni Paolo II mi concedesse di potermi dedicare allo studio e alla ricerca di interessanti documenti e reperti da voi custoditi con cura, veri capolavori che ci aiutano a ripercorrere la storia dellumanità e del Cristianesimo». In effetti nel 1997, lanno in cui Ratzinger pubblica la sua autobiografia (La mia vita, San Paolo edizioni), si era vociferato di un suo possibile trasferimento alla Biblioteca apostolica per lultimo quinquennio prima del raggiungimento delletà canonica delle dimissioni, previste a 75 anni. Ma erano rimaste soltanto voci, peraltro smentite dai fatti. Ora invece una conferma arriva dal diretto interessato, che dopo aver guidato fin dal novembre 1981 lex SantUffizio, allo scadere del terzo quinquennio, avrebbe desiderato lasciare limportante dicastero incaricato di promuovere e tutelare la fede cattolica per tornare a fare lo studioso, rimanendo a Roma, magari fra antichi manoscritti.
Papa Wojtyla, comè noto, dispose diversamente. «Nei suoi disegni provvidenziali ha aggiunto Benedetto XVI il Signore ha stabilito altri programmi per la mia persona ed eccomi oggi tra voi non come appassionato studioso di antichi testi, ma come pastore chiamato a incoraggiare tutti i fedeli a cooperare alla salvezza del mondo, compiendo ciascuno la volontà di Dio là dove Egli ci pone a lavorare». In effetti non solo Giovanni Paolo II respinse quella richiesta «confessata» oggi dal suo successore, ma non volle dispensarlo dallincarico nemmeno nel 2002, in occasione del compimento dei 75 anni. Qualche mese prima, il 9 settembre 2001, a Cernobbio, commentando le parole pronunciate dal coetaneo cardinale Martini anchegli desideroso di potersi ritirare Ratzinger aveva detto: «Questa vita è molto dura, aspetto con impazienza il momento in cui potrò tornare a scrivere qualche libro. Capisco bene il desiderio del cardinale Martini, ambedue siamo professori». Più volte, dunque, Ratzinger ha manifestato a Wojtyla il suo desiderio di ritirarsi. Il Papa aveva sempre respinto la richiesta: era troppo importante avere il cardinale «custode dellortodossia» al suo fianco. Sembra che Giovanni Paolo II avesse anche pensato di proporre allinteressato una formula che gli permettesse di venire sollevato dal lavoro quotidiano della Congregazione, ma al tempo stesso rendesse possibile una sua costante supervisione. Ipotesi che non si è realizzata.
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