Politica

«Ratzinger è rimasto solo: dobbiamo vergognarci»

Casini, leader Udc: Santo Padre senza responsabilità, noi dobbiamo avere il coraggio di difendere la nostra identità

da Roma

Dopo la «precisazione» di Papa Joseph Ratzinger alle parole sull’Islam, gli inviti che arrivano dall’Unione chiedono «silenzio». La Casa delle libertà, invece, attacca la maggioranza e si stringe attorno al Pontefice.
Gianfranco Fini (An) punta il dito contro il premier. «Dopo le bestialità di Di Pietro - dichiara a SkyTg24 - mi rammarico che Romano Prodi sia stato zitto. E se avesse detto che è sbagliato strumentalizzare o equivocare le parole del Papa, avrebbe fatto tutto quello che gli italiani si aspettavano». Parole ancora più dure giungono da Pier Ferdinando Casini. «Dobbiamo vergognarci per aver lasciato solo il Pontefice - accusa il leader dell’Udc - abbandonato dall’Occidente e dall’Europa. Ratzinger è stato costretto a giustificarsi per frasi che non ha detto e pensieri che non ha avuto. Noi - conclude - abbiamo un comportamento di subalternità psicologica veramente grave. Dobbiamo avere il coraggio di difendere la nostra identità».
E mentre dal centrosinistra il ministro Arturo Parisi sostiene che «bisogna stare più attenti anche alle parole» e il capogruppo dei Verdi, Angelo Bonelli, auspica che «la politica italiana dovrebbe stare in silenzio per rasserenare il clima», Forza italia alza il tiro contro il presidente del Consiglio per «l’inopportunità e la leggerezza» con cui ha annunciato la disponibilità a incontrare il presidente iraniano Ahmadinejad. Proprio nel giorno in cui alcuni esponenti politici di Teheran rivolgono «accuse gravissime e deliranti» al Santo Padre. «A questo punto - osserva il portavoce di Fi Sandro Bondi - Prodi deve chiedere spiegazioni ad Ahmadinejad sulle parole inaccettabili del leader supremo iraniano Khamenei contro Benedetto XVI». Sulla stessa linea di Casini viaggia anche quella di Margherita Boniver. «La risposta italiana ed europea agli attacchi furibondi al Papa è inesistente - sostiene la portavoce della politica estera di Fi - dobbiamo difendere Benedetto XVI». Roberto Calderoli (Lega) è certo che le parole pronunciate dal Santo Padre in Germania prima e a Castel Gandolfo poi, «sono state chiarissime». Quindi il senatore del Carroccio punta il dito contro l’Islam moderato. «O non esiste, oppure è afflitto da una grave forma di afasia».
Ma oltre agli inviti al silenzio («il Papa è stato chiaro e sappiamo che il Vaticano è impegnato nel dialogo interreligioso», precisa Bonelli), a lasciare fare il Pontefice («per difendersi non ha certo bisogno dei politici», dice Pierluigi Castagnetti della Margherita), e a bollare la bufera - secondo il presidente del Senato Franco Marini - come «un’incomprensione generata dall’enfasi dei media», nell’Unione si odono anche altre voci. Come quella di Paola Binetti. «Non c’è bisogno di ulteriori precisazioni e l’intenzione di Ratzinger - sostiene la senatrice - era di tessere uno straordinario elogio dell’intelligenza».

Per Mauro Fabris (Udeur) la puntualizzazione del Papa è «un gesto storico che fa capire come evidentemente le sue parole siano state interpretate al di là delle sue intenzioni».

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