Raul: «La Spagna resta la grande incompiuta»

La federazione conferma Aragones («Colpa mia») ma lui nicchia. Violenze a Madrid dopo l’esclusione

Roberto Bonizzi

C’erano abituati, gli spagnoli. Ma uscire così, dopo una prima fase dominata (solo successi) mostrando una squadra in ottima salute e un gioco particolarmente convincente, brucia ancora di più. Pensavano di farcela, le furie rosse, a stendere la Francia, attempata e stentarella nel girone iniziale. «Invece - come ammette candidamente Raul, uno che si è conquistato il posto a mondiale cominciato e a furor di popolo - siamo tornati a non essere competitivi». Si è vista una Spagna sterile e fragile psicologicamente, poco spumeggiante e molto incerta. Inchiodata alle sue paure. La Spagna di sempre, quando le competizioni entrano nel vivo. Mai capace della cattiveria giusta. «La Francia è stata superiore - prosegue il capitano spagnolo -. Noi ci abbiamo provato, ma alla fine non abbiamo avuto molte occasioni per vincere la partita». Anche l’analisi tattica dell’attaccante è impietosa: «Abbiamo fatto un possesso palla che non si è tramutato in occasioni da gol. Tornare a casa prima del previsto è sempre una grande delusione. E tutti noi avevamo la grande speranza di arrivare molto lontano. Invece la Francia ci ha superato».
Luis Aragones, il burbero colonnello alla guida della nazionale, a caldo se l’era presa con l’arbitro italiano Rosetti colpevole di non aver espulso Vieira, poi decisivo con il gol del 2-1 nel finale, e pure di aver concesso generosamente la punizione che aveva generato il vantaggio transalpino. Il giorno dopo il tecnico china il capo mentre fa da parafulmine al gruppo di giovani che si è scelto e coccolato: «Come massimo responsabile sono io il primo colpevole di questa eliminazione prematura - ha detto il ct prima di imbarcarsi per Madrid dall’aeroporto di Dortmund -. Sono arrabbiato perché non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, ma ho la coscienza tranquilla. Come allenatore sono dispiaciuto per non aver conseguito i risultati che speravamo». Nel frattempo la federcalcio gli ha rinnovato la fiducia: «Ha fatto un buon lavoro e siamo sicuri che sia l’uomo ideale per continuare un progetto intrapreso da tempo e di cui siamo soddisfatti». Lui, per ora, nicchia: «Continuerò se mi vuole il popolo spagnolo».
Quel popolo che non ha gradito e dopo la gara ha sfogato la rabbia per le strade.

A Madrid i tifosi che avevano assistito al match sul maxischermo di piazza Colon al fischio finale hanno iniziato a lanciare bottiglie. Dopo le cariche della Guardia Civil due persone sono state arrestate e si contano almeno 50 contusi. Peccato, questa volta gli spagnoli ci credevano. Eccome.

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