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A Razzolo, dove tutti si chiamano Razzoli

Villa MinozzoL'unico oro italiano di Vancouver abita in una borgata di quattro case, dove quasi tutti si chiamano Razzoli come lui, e la frazione stessa Razzolo. È in territorio di Villa Minozzo, 4mila abitanti sull'Appennino Reggiano, a una decina di chilometri da Ligonchio, il paese di Iva Zanicchi. Il paese credeva all'alloro olimpico, anche se Giuliano ha vinto poco e da poco: primo podio in coppa del mondo all'Epifania del 2009, primo successo un anno più tardi.
La famiglia è umile, il padre Antonio (detto Giuliano, come il figlio) ha compiuto grandi sacrifici perché il figlio potesse coltivare il suo talento per lo slalom. Mamma Tiziana ha i capelli bianchi e l'hobby della pittura, è montanara all'antica. Non è andata in Canada, il marito sabato notte da Vancouver l'ha presa in giro in diretta Sky: «È rimasta a casa a tenere dietro ai soldi».
Lassù l'abitazione è davvero tutto, chi non è tanto giovane quasi non viaggia. Mamma Razzoli era in piazza, sabato sera, però non ha visto la gara in diretta: «Non me la sentivo, troppa emozione, ho guardato dopo. Di fronte a tanta gente, arrivata anche da Sestola, sono rimasta a bocca aperta, mi sono commossa ancora di più. A Giuliano avevo detto di stare tranquillo, di non preoccuparsi perché eravamo già contenti di vederlo partecipare».
A Razzolo una settimana di preparativi per tende e gazebo, in caso di maltempo, e per il maxischermo di 4 metri per 2,5. Immancabili i fornelli per la cottura della pastasciutta servita fra le due manche assieme a secondi piatti e pane casereccio preparato dalla signora Razzoli. Lei è specialista dei primi, tortelli e tortellini sono il suo orgoglio. O meglio i cappelletti, secondo la denominazione provinciale. In 23 erano volati in Canada per stare vicini a Giuliano.
Febbio è la stazione sciistica dove Giuliano è cresciuto e il padre è maestro di sci: sabato c'è stata «La notte del Razzo», festa nel rifugio Le Streghe, a quota 1507 metri, discese con fiaccole lungo le piste. La società Vivi Febbio ha lasciato accesa l'illuminazione della pista di snowboard sino all'alba, con un grande effetto che brillava lungo il Cusna, visibile a grande distanza.
Per il sindaco di Villa, Luigi Fiocchi, il campione è come un figlio. «Spesso faceva i compiti assieme al mio Michele - racconta -, in comune avevano la passione per il calcio, giocavano nella stessa squadra. Come calciatore Giuliano era solido, si piazzava fra centrocampo e difesa: era tosto nei contrasti nonostante sia un mite. È un ragazzo con cui stanno tutti volentieri, mai superbo, neanche adesso che è campione».
C'è notevole affinità ambientale fra il titolo di Razzoli e il successo di Stefano Baldini ad Atene 2004, nella maratona olimpica del centenario. Il podista è di Castelnovo Sotto, verso la Bassa. Idem l'altro sportivo simbolo della provincia reggiana, Carlo Ancelotti, cresciuto nelle campagne di Reggiolo.

I tre hanno in comune l'estrazione contadina, famiglie con valori saldissimi, uguali dalla pianura ai monti.

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