Rcs, 90 tagli nei periodici con pensionamenti e Cig

Tagli per 45 milioni di euro, contratti a tempo determinato congelati, prepensionamenti e, in caso di stato di crisi, ricorso alla cassa integrazione. Sono 90 i colleghi di Rcs Mediagroup finiti nel cosiddetto «dossier periodici», la divisione del gruppo editoriale più colpita dalla crisi dell’intero comparto (ricavi in calo del 18%, come conseguenza del -28% della raccolta pubblicitaria e un ebitda negativo per 6,6% nel primo trimestre).
Il numero dei prepensionamenti è intorno ai 40. Una dozzina i contratti non rinnovati e 35-40 potrebbero essere le casse integrazione. Si potrebbe così arrivare a oltre 90 esuberi su 230 giornalisti della divisione. Non solo. Avvalendosi proprio delle norme contenute nel nuovo contratto di lavoro giornalistico, l’azienda ha già pronto un «piano innovativo», vale a dire un super service centrale in grado di realizzare articoli per ogni testata (sul modello della riorganizzazione avviata da alcuni giornali stranieri). In sostanza si tratterebbe di una super redazione, articolata in otto o nove sezioni interne dedicate a gossip, moda, cucina, bellezza-benessere, famiglia, arredamento-casa, astrologia, giochi e celebrity.
Il piano è stato presentato ieri agli organismi sindacali delle quattro società della divisione (comprese Sfera, Abitare Segesta e Rizzoli Publishing) dal direttore generale dei periodici, Matteo Novello, e dal capo del personale, Vito Ribaudo. Ma il tavolo si è chiuso in fretta per fare spazio all’assemblea dei giornalisti che all’unanimità (3 astenuti) «dichiara la disponibilità a utilizzare tutte le forme di protesta e di mobilitazione per opporsi a piani aziendali che non rispettino le condizioni poste dalla delegazione sindacale per la prosecuzione del confronto. E affida sin da ora ai Comitati di redazione un pacchetto di 12 giorni di sciopero».
É l’inizio di un durissimo scontro tra proprietà e giornalisti (in corso anche in via Solferino, sul fronte dei quotidiani Corriere e Gazzetta), anche in considerazione delle voci preoccupanti circolate negli ultimi giorni: la chiusura di almeno 4 testate. Ma i vertici di Rcs Mediagroup hanno «decisamente» smentito questa ipotesi. Di certo l’assemblea dei giornalisti, ha capito che al momento esiste solo l’obiettivo finale: massiccia ristrutturazione e taglio dei costi.

Ma, sostengono i Comitati di redazione, «qualsiasi confronto sul piano della riorganizzazione annunciato dalla direzione generale dovrà partire da dati economici concreti e verificabili e dall’analisi approfondita di tutte le voci di costi aziendali, comprese le aree di inefficenze e gli sprechi ancora esistenti».

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