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Il re di coppa

Ci vorrebbe un Pallone d’oro. D’accordo ci sono una finale di Champions e un mondiale da giocare, c’è tempo per sfogliare raccolte e magari dimenticare che i Palloni d’oro, prima di vincerli, bisogna mandarli in gol. Diego Milito, in tal senso, è specialista: 4 in Champions (Dinamo Kiev, Chelsea, Cska, Barcellona) determinanti per arrivare in finale, 20 in campionato, l’ultimo nella finale di coppa. Se mettesse un paio di ciliegine sulla bella torta confezionata quest’anno...
Intanto si è conquistato un posto nella storia interista. Qualcuno strabuzzerà gli occhi: esagerato! E perché no? Ramon Diaz giocò un solo campionato, ma fu determinante per lo scudetto e nessuno può strappargli un posticino nell’eterno ricordo. L’Inter degli ultimi 50 anni non si è negata niente in fatto di bomber. Gente che ha lasciato segno nel pallone. E il Principe è uno della specie: rapace ed efficace, sostanza al servizio della tecnica e del fiuto da killer. Calcisticamente una goduria. Alcuni gol più spettacolari dei pugni da ko che furono di Tyson. Quel tiro preciso e marchiato doc sembra il gancio cielo dei grandi del basket.
Milito è classe e delizia anche nel gioco. Fa squadra: non sempre la qualità dei goleador. Tanto per citare basta riportarci giusto a 50 anni fa quando, nell’Inter, imperversò Antonio Valentin Angelillo, razziatore d’area poi steso dalle durezze del mago Herrera. Nel campionato ’58-59 segnò i “famosi” 33 gol in 33 partite, ancora senza imitazione. Media gol da 0,60 a partita nei suoi anni nerazzurri. Tanto per dare un’idea: oggi Milito è a 0,61.
Abbiamo provato a ideare una classifica dei 10 top bomber nerazzurri degli ultimi 50 anni. Ben sapendo che ogni classifica compie ingiustizie. Per riferimenti valgono reti segnate, classe e peso specifico in squadra. Ed allora è impossibile dimenticare Bonimba Boninsegna, forza e devastazione, 24 gol nel campionato della stella. Eppoi quella rete acrobatica, prima delle 5 reti rifilate al Foggia (’70-71).
E se Ronaldo è stato grande e sfortunato, portandosi dietro la miglior media gol (0,72), va detto che Bonimba è stato più bravo nel rapporto gol-partite. E Spillo Altobelli, spesso snobbato, ha qualcosa da dire in materia: 128 reti in 317 partite. Altobelli segnava d’astuzia. Ronaldo, Vieri, Rummenigge, Ibrahimovic sono i re della potenza e della strapotenza. Milito una via di mezzo. Ruben Sosa (valanghe di reti al servizio della squadra) e Ramon Diaz non avevano il fisico, ma il fiuto e l’occhio del rapace. Vieri si è portato dietro l’handicap del segnare reti non sempre importanti. Ibra di essere cannoniere solo per l’Italia. Rummenigge ha promesso tanto (dimensione e potenza delle sue cosce erano da museo), e mantenuto poco per guasti fisici.
Qualcuno penserà: dove mettere Aldo Serena (22 gol e il titolo di capocannoniere nell’anno scudetto), Hernan Crespo, Eddie Firmani (48 gol in 82 partite) e l’inglese pel di carota Gerry Hitchens? Subito dietro il podio dei 10 uomini d’oro.

Giusto o ingiusto? Fate voi.

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