Re Mino contro il tesoriere e l’Unione si divide in due

Paola Setti

Fino a qui si erano semplicemente ignorati, consapevoli che, troppo diversi per amarsi, l’uno il Correntone Ds nel cuore l’altro il liberismo nella mente, al massimo si sarebbero potuti cordialmente sopportare, nel nome della coalizione. Adesso però, così pare, lo scontro non è più rinviabile.
Da una parte Re Mino, Ronzitti il presidente del consiglio regionale, che da 15 mesi lavora alla metamorfosi in stile Camera dei deputati e adesso reclama dipendenti in prestito dalla giunta, 50 in più sul lungo periodo, 15 o 20 nell’immediato, e totale autonomia finanziaria del consiglio. Dall’altra parte il tesoriere G.B., Pittaluga l’assessore al Bilancio, che da 15 mesi combatte con una coperta troppo corta per coprire tutte le spese della Regione e che già un paio di mesi fa chiarì che no, personale da mettere a disposizione la giunta non ne ha.

Come andrà a finire si saprà mercoledì prossimo, quando la proposta di legge che trasforma il consiglio in Assemblea legislativa, «perché noi non siamo un organo amministrativo come il consiglio comunale o provinciale» sottolinea il presidente, sarà al vaglio della commissione, con procedura d’urgenza perché Ronzitti vorrebbe approvarla in consiglio entro il 10 agosto, prima della pausa estiva. Dicono che Pittaluga sia «fortemente contrario» alla riforma così come è stata presentata, giurano che però non farà una battaglia da solo, aggiungono che quindi potrebbe essere lo stesso (...)

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