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Rea, un piano di classe per rileggere Mascagni

Ha qualcosa di storico questo cd del pianista Danilo Rea. Arriva adesso nei negozi di dischi, ma è stato registrato dal vivo nella sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica in Roma il 26 ottobre 2003: era la prima volta di un concerto di jazz in quel teatro. Lodevole fu la scelta del solista e giusto il successo. Rea, al di là del diploma al Conservatorio di Roma, ha una severa preparazione accademica che sta alla base della sua opzione per il jazz, ma anche di numerose collaborazioni nell’ambito della popular music italiana che lo hanno portato a suonare in tutto il mondo, e di prestigiosi impegni classici. Fra i suoi sodalizi spicca quello con il trio Doctor 3 (Enzo Pietropaoli contrabbasso e Fabrizio Sferra batteria), perché da lì giunge l’amore per un repertorio insolito, vale a dire per brani di Schumann, Mascagni, Bernstein, Puccini (il prediletto), Bizet ed altri, tradotti nel linguaggio del jazz con tatto delicato, viva consapevolezza e profonda cultura.

Preferire Ich Grolle Nicht, L’amour est un oiseau rebelle o America è questione di gusti: per me il più bello è il prèsago Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Mascagni, che Rea arricchisce di significati misteriosi.

Danilo Rea Solo (Parco Musica Records)

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