Ronaldo e Oddo al Milan: eppur si tratta. Segnali, dichiarazioni, incontri: tutto sembra volgere al peggio in questo penultimo lunedì di calcio-mercato. E invece, dietro la cortina fumogena fatta di interviste strategiche, si continua a trattare. E a preparare sviluppi clamorosi sul fronte di entrambe le trattative che accendono la fantasia dei tifosi rossoneri, un po’ meno dei critici e dei tecnici. Galliani smorza gli entusiasmi di primo mattino con una frase («Oddo non si muove dalla Lazio») che preoccupa il diretto interessato. Lotito resta sulle sue ma nel frattempo attacca il proprio ex capitano. «Chi non si allinea con le direttive di società e squadra viene messo nelle condizioni di non nuocere» è la frase che provoca la richiesta di un chiarimento immediato da parte di Oddo stesso. Già perché il giocatore, in forza alla Lazio, fa sapere d’aver ricevuto proprio da Lotito, il presidente, la promessa solenne. «Ti manderò al Milan» la frase mandata a memoria da Oddo rimasto fuori squadra, non convocato da Delio Rossi e ora deciso a reclamare una decisione, dentro o fuori, entro sabato 27 gennaio. «Non aspetto oltre» è il suo proposito. Mentre Lotito annuncia battaglia «contro gli sporchi giochi al rialzo» qui intesi come la richiesta di Oddo di ricevere un aumento contrattuale in caso di mancato trasferimento al Milan. «Mi batterò per una proposta che preveda una sanzione pecunaria o uno stop di uno o due anni nel caso un calciatore non rispetti fino in fondo il contratto» è la richiesta di Lotito. Da sottoscrivere. Smentito invece l’intervento di Silvio Berlusconi con una telefonata al dirigente laziale. «Mai ricevuta» fa sapere Lotito. Ed è una precisazione che fissa anche i limiti finanziari di Galliani nella trattativa: non può andare oltre i 6 milioni di euro più tutto Foggia. Lotito ne vuole almeno altri tre: distanza incolmabile in pochi giorni, come si capisce al volo. Affare sfumato, allora? Non proprio. Specie se si capisce che a Braida non interessano altre candidature tipo quella di Mesto (Reggina).
Ronaldo parte, il Real è pronto a cederlo ma non gratuitamente e nemmeno al signor X. Prima di firmare il trasferimento vuole che si presenti a Madrid, nella sede del club, un rappresentante ufficiale del Milan con cui definire l’accordo secondo il tradizionale protocollo e in cambio di rimborso. Calderon si gioca solo la faccia dinanzi ai soci (si tornerà a votare prossimamente) e non vuole fare la parte di chi si piega al ricatto di Ronaldo. Ecco il punto, allora. Da una parte il Real si dice pronto a cedere Ronaldo ma vuole guardare in faccia il Milan, dall’altra Galliani, confidenzialmente, confessa di amare Madrid ma al tavolo non può certo presentarsi con un assegno perché non ne ha la disponibilità dell’azionista. Non è un capriccio o un dispetto verso il Real o Lotito: si tratta di avere o non avere un gruzzolo a disposizione. E in questo momento il Milan deve rispettare il budget messo a disposizione da Silvio Berlusconi.
Ronaldo non è ancora completamente libero, dunque. È sulla strada dell’aeroporto per Milano ma deve completare le pratiche dell’imbarco. La sua rinuncia a parte dei guadagni dovuti ai diritti d’immagine non è sufficiente a coprire la valutazione del cartellino chiesta da Mjiatovic, 7-8 milioni di euro contro i 4 offerti dal procuratore del Fenomeno a parziale rimborso. Nel frattempo il brasiliano si allena da solo, come è successo ieri mattina mentre negli uffici del Real avveniva l’incontro tra i suoi legali e quelli del club madridista. «Non è mai accaduto in passato» fa sapere lo stesso Ronaldo continuando a intrattenere colloqui telefonici con Cafu e Leonardo che sono i suoi interlocutori privilegiati a Milanello.
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